Venerdì 3 Maggio 2024

Moschea, la Regione pone vincoli

Necessari il parere delle forze dell’ordine e la valutazione ambientale di Laura Lana

Gli islamici ora pregano in via Tasso

Gli islamici ora pregano in via Tasso

Sesto San Giovanni, 29 dicembre 2014 - Potrebbe essere il Pirellone a rimescolare le carte nei territori dove dovranno sorgere nuove moschee. Come a Sesto, dove in via Luini il cantiere è già aperto per la realizzazione del nuovo centro islamico da 2.450 metri quadrati con tanto di ristorante, biblioteca, casa dell’Imam e scala a forma di minareto. Dalla Regione arriva infatti un maxi-emendamento in cui viene eliminata l’ipotesi di referendum consultivo ma viene introdotta la procedura di Vas, la valutazione ambientale strategica, in cui i cittadini potranno esprimere osservazioni in merito.

Non solo. Per costruire il centro di culto sarà necessario un parere delle forze dell’ordine e sarà fondamentale che la confessione religiosa abbia un’intesa con lo Stato italiano, una presenza significativa a livello nazionale e locale e che si stringa una convezione con il Comune. «È un principio di regolarizzazione – commenta Roberto Di Stefano, Pdl (nella foto a destra) -. A Sesto, la comunità musulmana ha dimostrato di non rispettare la normativa. Ne è un chiaro esempio l’abuso edilizio di via Trento, denunciato anche dalla polizia locale alla Procura di Monza, e la richiesta di utilizzo della piscina comunale per sole donne senza che vi possano accedere gli uomini».

LA COMUNITÀ Gli islamici ora pregano in via Tasso A sinistra, Roberto Di Stefano del PdlProprio un anno fa la comunità islamica sestese e l’amministrazione hanno siglato la convenzione, che regolamenta la cessione del diritto di superficie del terreno di via Luini con obblighi, tempi e corrispettivi economici da versare. Evidentemente per il consigliere di opposizione non basta: Di Stefano ha infatti depositato un’interrogazione in cui chiede come si intende risolvere «la questione della moschea a seguito dell’assegnazione diretta, senza un bando pubblico, dell’area di Via Luini e se lo stesso primo cittadino avrà intenzione di inserire nella convenzione la trasparenza sulla tracciabilità delle fonti finanziarie future ma anche per quei 650mila euro versati un anno fa dalla comunità musulmana al Comune».

Già il collega di banco Antonio Lamiranda aveva presentato ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per chiedere sospensiva e annullamento della delibera che toglieva l’area del Restellone dalle alienazioni: il ministero aveva respinto la richiesta. Da parte dell’amministrazione, l’invito alla prudenza. «Andremo a leggere il dispositivo della Regione anche con i tecnici comunali, per farci un’idea più approfondita delle prescrizioni inserite – replica Alessandro Piano, assessore ai Lavori Pubblici -. Inviterei il consigliere Di Stefano alla cautela. Per quel poco che ho avuto modo di leggere finora, quell’emendamento rischia di essere tacciato di incostituzionalità. Quindi, andiamoci piano».

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