Minori, stranieri e ben addestrati: «Siamo profughi, dateci assistenza»

Sempre più ragazzi bussano alla polizia di Sesto: l’ombra dello sfruttamento. Lunedì cinque egiziani uno dopo l’altro sono entrati in commissariato di Rosario Palazzolo

Il commissariato della polizia di Sesto San Giovanni

Il commissariato della polizia di Sesto San Giovanni

Sesto San Giovanni, 20 agosto 2014 - Cinque ragazzi stranieri. Tutti profughi di età compresa tra i 14 e i 17 anni si sono presentati nell’arco di una sola giornata al commissariato di polizia Sesto San Giovanni per chiedere «asilo» e l’assistenza di una comunità. Potrebbe celarsi una «tratta di minori», quantomeno un «sistema» per la regolarizzazione di giovani immigrati, dietro a un fenomeno crescente, con sempre più ragazzini che si presentano spontaneamente e non accompagnati agli uffici della polizia e ai servizi sociali dei Comuni. Lunedì scorso è stata la giornata più nera per il commissariato di di via Fiume dove, uno dopo l’altro, si sono presentati ben 5 giovani, tutti egiziani, con la richiesta di essere assistiti. La procedura in questa casi è molto chiara: le autorità di pubblica sicurezza devono foto-segnalare e identificare i giovani, per poi affidarli ai servizi sociali del Comune che a loro volta devono provvedere ad assisterli inserendoli in comunità.

Semplice, ma difficoltoso per i Comuni che devono assistere questi giovani, a volte per periodi molto lunghi, completamente a spese della collettività e senza che lo Stato riconosca nemmeno un euro. Al commissariato di Sesto, dall’inizio dell’anno, sono almeno una trentina i minori che si sono presentati per avere assistenza. A volte arrivano da soli, altre volte accompagnati da alcuni connazionali che dicono di averli incontrati in strada, spaventati e confusi. Tali episodi lasciano intendere che tra gli stranieri si sia ormai diffusa una sorta di mappatura dei Comuni più o meno ricettivi verso questi minori. E che qualcuno dia ai ragazzi precise istruzioni su dove presentarsi e come comportarsi per poter avere l’assistenza che in ogni caso è garantita da norme nazionali e internazionali. Non a caso i cinque minori arrivati a Sesto lunedì sono tutti egiziani. Nessuno di loro ha saputo spiegare come è arrivato in Italia e chi gli abbia dato sostegno per arrivare fino a Milano. Qualcuno si era già presentato alle autorità del capoluogo ed era in attesa di una seconda convocazione. Probabilmente gli è stato consigliato di rivolgersi a Sesto, dove la procedura sarebbe più celere.

In Comune ieri risultava presente solamente una richiesta di assistenza, da parte di un ragazzo egiziano che, come spiega il vicesindaco Felice Caiani, sembrava ben vestito e in ordine. «Non ci ha voluto dire come sia arrivato né se abbia avuto assistenza da altri parenti a Milano. Abbiamo avviato le procedure per assisterlo».

rosario.palazzolo@ilgiorno.net