La tessera scoraggia i morosi e le mense scolastiche ora costano meno

Crescono i contribuenti e chi paga, nella maggioranza dei casi, risparmia rispetto al passato. Lo dice l’analisi dei dati sulla mensa scolastica, che ha messo a confronto le ultime annualità: quella 2012-2013, quando la tariffa era a forfait, e quella 2014-2014, quando è stato introdotto il sistema a consumo di Laura Lana

Bambini alla mensa (Immagine d'archivio)

Bambini alla mensa (Immagine d'archivio)

Sesto San Giovanni, 2 ottobre 2014 - Crescono i contribuenti e chi paga, nella maggioranza dei casi, risparmia rispetto al passatoLo dice l’analisi dei dati sulla mensa scolastica, che ha messo a confronto le ultime annualità: quella 2012-2013, quando la tariffa era a forfait, e quella 2014-2014, quando è stato introdotto il sistema a consumo. «Sul totale degli utenti, il 36,93% (1.536 nuclei, ndr) ha avuto un aggravio dei costi. Ma il 63,7%, cioè 2.623 famiglie, ha goduto di un risparmio — spiega l’assessore all’Educazione Roberta Perego — Anche se guardiamo la fascia più alta, oltre i 25mila euro di Isee e che paga il pasto 5,34 euro, scopriamo che il 44,25% ha comunque pagato il servizio meno rispetto al forfait».

La maggioranza di genitori che risparmia sta nelle altre fasce: da quella sociale alla sesta i nuclei che hanno ottenuto un beneficio vanno dal 61 all’89% del totale degli utenti. Tuttavia, è l’ultimo scaglione a registrare il maggior numero di famiglie: ben 1955, il 47,01% della platea degli iscritti. Che si mantengono costanti nel tempo: 6.693 nel 2013/2014 contro i 6.654 dell’anno prima. Tanto che il numero di pasti erogati non è distante: 834.939 nell’anno 2012-2013 e 834.026 in quello successivo. «Avevamo già stimato un calo della cifra da incamerare, infatti avevamo sempre sostenuto che la riforma non veniva applicata per fare cassa — sottolinea Perego — Da 3,1 milioni siamo passati a una previsione di entrate di 2,8».

Una somma non coperta interamente dalle rette. Rimane la morosità, ma crolla di 7 punti. Se con il forfait nel 2013 toccava i 536.864 mila euro, pari al 17,02%, con la tariffa a consumo si ferma a 284.190 mila, vale a dire il 10,01%. «Con la tessera da ricaricare, abbiamo eliminato la morosità involontaria. Inoltre, le famiglie hanno la possibilità di gestire i pagamenti con più flessibilità rispetto al bollettino da saldare con termine perentorio. Inoltre, abbiamo un triplice controllo: quello degli uffici che devono erogare i pasti, quello dei genitori e quello della Guardia di finanza che con il Comune ha siglato un protocollo proprio per abbattere l’evasione. Abbiamo raggiunto gli obiettivi di equità sociale ed equilibrio economico». Confortanti anche i dati sull’assenteismo: si abbassa alle materne dal 29,27 al 21,46% e alle medie dal 18,37 al 10,63%. Raddoppierebbe invece alle elementari dal 5,26 al 10,60%. «Il vecchio sistema di rilevazione delle presenze non era puntuale. Crediamo quindi che siano cifre non aderenti alla realtà».

laura.lana@ilgiorno.net