Sesto, le ex Marelli finiscono all'asta

Entro dicembre i curatori fallimentari dovrebbero tentare la vendita delle aree

Cantieri fermi sulle aree ex Marelli

Cantieri fermi sulle aree ex Marelli

Sesto San Giovanni (Milano), 31 luglio 2016 - Le aree ex Marelli, con tutto il loro piano di recupero, dovrebbero andare all’asta entro dicembre. A darne notizia è l’amministrazione sestese, che ha preso contatti con i curatori fallimentari per capire i tempi di una eventuale cessione e, di conseguenza, dell’inizio dei lavori di riqualificazione attesi ormai da oltre 15 anni.

«Non possiamo aspettare sine die: se la situazione non si sblocca entro l’estate, anche noi procederemo a escutere le fideiussioni» aveva detto lo scorso aprile l’assessore all’Urbanistica, Edoardo Marini, di fronte al primo successo ottenuto dal Comune di Milano in tribunale, che ha condannato le assicurazioni a versare le cifre impegnate a garanzia delle opere pubbliche. Sette milioni e mezzo ad aprile, altri 17 nei giorni scorsi per un totale di quasi 25 milioni che saranno utilizzati per portare a termine i lavori pubblici incompiuti sulla parte milanese delle ex Marelli.

A Sesto in molti si erano domandati come mai l’amministrazione comunale non prendesse la stessa strada, così da incassare i 10 milioni utilizzabili per le opere pubbliche previste: il parco che si collegherà con i 50mila metri quadrati di quello milanese, la viabilità di collegamento, parcheggi e scuola. «Il Comune di Milano, con l’ex vicesindaco De Cesaris, ha fatto benissimo ad agire - ribadisce Marini - perché sulla loro porzione è rimasto ben poco da edificare: mancava il parco e la residenza sanitaria per anziani, proprio al confine tra le due città. È evidente che quel fallimento non lo avrebbe coperto nessuno. Nel nostro caso, se dovessimo procedere con le escussioni di fatto salterebbe il piano urbanistico».

Tuttavia di fronte al passare dei mesi, e al secondo successo incassato da Milano, il Comune ha ripreso contatti con il pool di curatori fallimentari: «Ci è stato assicurato che, entro la fine dell’anno, le aree saranno messe all’asta - rimarca Marini -. I precedenti tentativi di vendita non sono andati a buon fine perché le cifre offerte sono state considerate troppo basse. Speriamo che si concluda la cessione, così inizierà la riqualificazione anche di quelle aree».

Qualche operatore sembra essersi fatto avanti, ma avrebbe rilevato aree e piano urbanistico annesso per una cifra intorno ai 25-30 milioni di euro. Tanto quanto il Gruppo Pasini avrebbe dovuto incassare per la sola porzione di residenziale - circa 40mila metri quadrati - se fosse andato a buon fine l’accordo con Uniabita. Tuttavia la firma sulla convenzione con il Comune, prevista entro l’estate del 2012, era slittata di mese in mese facendo così saltare il preliminare di vendita, che prevedeva una scadenza entro dicembre. La firma arrivò poi nel marzo 2013, fuori tempo massimo. Giuseppe Pasini, non senza amarezza, aveva annunciato l’intenzione di mollare tutto. Ma la crisi del mattone non ha reso facile la cessione. Di lì a pochi mesi è arrivato il fallimento, che ormai si protrae da quasi due anni, senza che se ne veda ancora la fine. A dispetto di un piano che prometteva il rilancio di 460mila metri quadrati.