Cormano, attacco islamico al sito della scuola

Gli hacker violano la sicurezza e rimandano a un link jihadista

Il ragazzo avrebbe tentato di rivendere un pc prelevato in una scuola (foto d'archivio)

Il ragazzo avrebbe tentato di rivendere un pc prelevato in una scuola (foto d'archivio)

Cormano, 20 novembre 2014 - Se n'è accorto il preside domenica mattina: collegandosi al sito Internet della sua scuola, l’istituto comprensivo Manzoni, il sistema lo ha reindirizzato a una pagina web di matrice islamica. Un sito di rivendicazione che probabilmente appartiene alla costellazione della jihad e che si ispira alla violenza e alla lotta armata.

Un attacco hacker in piena regola, insomma, che ha colpito un’anonima scuola della provincia destando inquietudine ma anche molti dubbi. Il dirigente scolastico Giovanni Manfredi ha sporto immediata denuncia, facendo bloccare l’acceso al sito per impedire la diffusione del link. «All’inizio pensavo di aver sbagliato a digitare, poi ho visto che l’indirizzo scolastico puntava sempre a questo nuovo link, in modo automatico», racconta. 

Una pagina web con un titolo in caratteri arabi e un breve testo in lingua inglese. Periodi brevi e ben comprensibili, che invitano alla violenza e alla lotta contro Israele e il sionismo. Una galleria di fotografie che ritraggono scorci degli ultimi attacchi in Palestina. Immagini forti, di sangue e devastazione. Una foto di bambini palestinesi feriti in un ospedale da campo. Un episodio mai accaduto prima in una scuola milanese. Per questo i carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni e la Polizia postale di Milano hanno subito rivolto lo sguardo verso la costellazione di organizzazioni terroristiche che sempre più spesso utilizzano il mondo digitale per diffondere i loro messaggi di violenza. Una minaccia elettronica presa sul serio, insomma.

Si è subito pensato che ad attrarre gli hacker verso il sito della scuola cormanese fosse stato il suffisso «gov» dell’indirizzo web. Un elemento che uno straniero potrebbe leggere come di appartenenza governativa. In un primo momento si era anche tracciata una pista verso alcuni gruppi islamisti della Mauritania, che già in passato avrebbero condotto attacchi informatici di questa portata su siti italiani. Ma col passare del tempo l’allerta sembra in parte contenuta. Non si esclude infatti la mano di un pirata del web italiano capace di penetrare le barriere di sicurezza del sito per inserire una semplice stringa informatica relativa ad uno dei tanti siti di ispirazione terroristica. «Le indagini sono affidate alle forze dell’ordine – precisa il preside – Dal canto nostro stiamo già lavorando per rinnovare il sito. Opteremo per un supporto che offra maggiori difese. Il sito è anche uno strumento di comunicazione con docenti e famiglie, non possiamo permetterci attacchi che rendano vano il nostro lavoro».