Insegnante di Cologno scomparsa, il gelo della figlia: «Non parlo con quell’uomo»

In tribunale a Grosseto Eleonora Spataro ignora il custode della villa accusato dell'omicidio della madre, Francesca Benetti di Mauro Cerri

Eleonora Spataro con l'avvocato

Eleonora Spataro con l'avvocato

Cologno Monzese, 19 ottobre 2014  Faccia pulita, capelli lunghi e biondi, look opportunamente sobrio. Eleonora Spataro ha voluto essere presente in aula e guardare negli occhi Antonino Bilella, l’uomo accusato di aver ucciso sua madre, la colognese Francesca Benetti, e nascosto il corpo. Lui, il custode rinviato ieri a giudizio non solo per omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere, ma anche per stalking e violenza sessuale, ha provato ad avvicinarla in una pausa del processo iniziato a Grosseto.

Stretto tra gli agenti di polizia penitenziaria, sguardo indecifrabile dietro gli occhiali - stanco e dimagrito secondo alcuni presenti, sicuro e in salute stando ad altri giudizi - avrebbe voluto parlarle. Per dirle cosa non è dato sapere, perché la ventenne Eleonora ha «declinato» categoricamente l’invito, raggiungendo fuori dall’aula l’avvocato Alessandro Risaliti.

È il legale toscano, nominato dai due figli della 55enne sparita il 4 novembre 2013, a parlare: «È andata bene — ha detto, commentando il rinvio a giudizio disposto dal gup — ma era un esito scontato. Gli atti processuali non lasciavano altra possibilità. Ci sono prove a conferma del castello accusatorio e le contraddizioni in cui più di una volta è incappato Bilella quando è stato interrogato. Del resto l’imputato non ha fornito neanche un’altra versione plausibile».

«Non ho fatto male alla signora - ha ripetuto dal canto suo il custode della villa in Maremma di proprietà della Benetti -. L’ho vista quella mattina e poi è andata via». I difensori del settantenne hanno tentato senza successo di eccepire sui rilievi eseguiti dal Ris sul luogo del presunto delitto. Esclusa invece dal fascicolo l’indagine condotta dall’avvocato Agron Xhanai, che tutela il fratello di Francesca Benetti, costituitosi parte civile insieme ai due nipoti. Restano però fermi i capi di imputazione (violenza sessuale e stalking) cui quell’indagine privata portava. «Anche i pm hanno accertato autonomamente le pressioni e le molestie per mano del Bilella», chiarisce il legale vicentino. Non solo, l’accusa ieri ha messo sul tavolo la testimonianza di una donna torinese che decenni fa, quando ancora ragazzina era stata vicina di casa dell’imputato, avrebbe ricevuto lo stesso tipo di attenzioni.