Paderno, l'appello a Sala: "No alla nuova Eureco"

Il comitato di vittime e familiari protesta davanti alla Città metropolitana contro un secondo impianto rifiuti

Il presidio di protesta contro la Città metropolitana

Il presidio di protesta contro la Città metropolitana

Paderno Dugnano (Milano), 26 luglio 2016 - La battaglia del comitato contro una nuova Eureco prosegue agguerrita: ieri mattina i cittadini padernesi che si sono recati in via Vivaio - per protestare sotto la sede della Città metropolitana, responsabile del via libera all’impianto di smaltimento rifiuti - sono riusciti a farsi ricevere dal sindaco Giuseppe Sala e a strappare un secondo appuntamento con i tecnici che hanno rilasciato le autorizzazioni.

La prima giornata di consiglio metropolitano è stata particolarmente difficile per Sala, che si è trovato subito a fare i conti con i cittadini della provincia che il più delle volte subiscono le scelte della ex Provincia. «Siamo riusciti a farci ricevere da Sala - ha spiegato Lorena Tacco del comitato a sostegno dei familiari delle vittime e dei lavoratori dell’Eureco - e gli abbiamo spiegato le nostre ragioni, anche a nome del sindaco Marco Alparone che era assente. Non vogliamo che al posto della vecchia Eureco si insedi una nuova azienda che, come l’altra, smaltisca rifiuti speciali. È ancora vivo il ricordo dell’incidente del 2010 che costò la vita a quattro operai morti tra le fiamme».

A riceverli, oltre a Sala, anche il consigliere del centrosinistra Filippo Barberis e la responsabile dell’area ambiente Maria Cristina Pinoschi. «Pur condividendo le nostre ragioni - continua la Tacco - Sala ci ha riferito che questa è una decisione che non può prendere la politica, ma che è affidata ai tecnici, unici in grado di fornire le autorizzazioni per avviare l’azienda».

E' notizia di una decina di giorni fa il parere positivo degli uffici al nuovo insediamento produttivo per il trattamento rifiuti. Una scelta contraria rispetto a quella presa dal consiglio comunale padernese, che si era opposto in maniera unanime contro l’insediamento, e dal consiglio della Città metropolitana che, chiamato a confrontarsi sulla questione, si era detto contrario all’apertura dell’azienda. «Assurdo per noi il fatto che la politica non possa fare nulla in questo caso - continua la Tacco - poiché se dovesse ripetersi un incidente riterremo responsabili anche i politici che evidentemente non hanno fatto abbastanza».

Al termine dell’incontro il comitato è riuscito ad avere un altro appuntamento questa volta con i tecnici che hanno rilasciato le autorizzazioni, incontro che preparerà con il personale specializzato del Comune, ma anche con gli esperti di Medicina democratica che stanno seguendo da vicino la questione. «Tra le nostre ragioni la vicinanza di via Mazzini, luogo in cui l’azienda dovrebbe aprire, alla Milano Meda e il rischio di inquinamento per il Villoresi». Intanto il Comune di Paderno si sta attivando per ricorrere al Tar contro questa scelta che non rispecchia la volontà della città.

In presidio ieri una ventina di cittadini, nonostante fosse un lunedì afoso di luglio, tra militanti, il consigliere comunale di Insieme per Cambiare Giovanni Giuranna, rappresentanti di Rifondazione, dei Comunisti italiani e l’ex consigliere provinciale Massimo Gatti.