Sesto, fumata grigia all'incontro su Alstom Transport

Il colosso non chiude Sesto ma conferma i 16 esuberi. La Uilm chiede più garanzie

Una recente protesta dei lavoratori a Sesto

Una recente protesta dei lavoratori a Sesto

Sesto San Giovanni (Milano), 14 settembre 2016 - Si è tenuto all'assessorato regionale alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia, su invito dell'assessore Alessandro Sorte, un confronto tra la direzione del sito Alstom Transport di Sesto San Giovanni, i delegati della Rsu aziendale e i funzionari di Fim, Fiom e Uilm. L'incontro, su sollecitazione delle sigle sindacali, aveva proprio lo scopo di fare chiarezza sulla prospettiva del sito e, alla luce della commessa Trenitalia vinta per i 150 treni regionali a media capacità, sulla modalità di sviluppare la produzione a Sesto, dove, da parte della multinazionale, era stato invece reso noto un processo di transizione a mission di service.

Attualmente, come emerso al tavolo, le commesse dello stabilimento di via Fosse Ardeatine, dove sono occupati 360 lavoratori, 90 già sul service e 270 sul comparto storico della trazione, sono orientate per l'80 percento sull'estero e il 20 percento sul mercato nazionale. "Da parte sua la direzione Alstom - spiega il segretario Uilm Milano Francesco Caruso, presente al tavolo in Regione - ha assicurato come non ci sia l'intenzione di chiudere la sede di Sesto e che il cambiamento di mission a service con magazzino, ricambi e riparazioni non dismetterà totalmente la vocazione storica della trazione. Ma a noi non basta. Sono stati confermati i 16 esuberi su Sesto che erano stati annunciati nell'ambito del piano di riorganizzazione su scala nazionale e non c'è chiarezza sul futuro. Temiamo che questo numero possa aumentare, perché non sono state rese note le previsioni dei carichi di lavoro per i lavoratori sestesi: chiediamo risposte certe sulla garanzia del livello occupazionale".

Così come ribadito dagli scioperi di 8 ore che la scorsa settimana hanno ottenuto un'adesione praticamente totale negli stabilimenti Alstom italiani, la lavorazione della commessa Trenitalia per i 150 treni, deve rimanere, per le sigle sindacali, in Italia, senza prendere in considerazione nessuna prospettiva di delocalizzazione. "Non si riesce a capire come mai le produzioni per commesse pubbliche - è stato l'intervento di Francesco Caruso, Uilm Milano, al tavolo - possano andare all'estero. Le tasse pagate dai contribuenti devono incrementare i servizi mantenendo le ricadute positive, in termini di lavoro, sul nostro territorio. Anche le istituzioni devono fare la loro parte in termini di investimenti sulle infrastrutture e competitività". Intanto venerdì l'assessore Sorte, secondo quanto appreso nel corso dell'incontro, incontrerà  Renato Mazzoncini, amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato italiane. È in programma invece in Assolombarda il prossimo 22 settembre una nuova data con il Coordinamento nazionale Fim, Fiom e Uilm per i trasferimenti e gli esuberi annunciati a livello nazionale.