Cologno, Direct Line annuncia 200 esuberi

Il colosso delle assicurazioni vuole tagliare un lavoratore ogni quattro

I lavoratori sono in sciopero a oltranza

I lavoratori sono in sciopero a oltranza

Cologno Monzese (Milano), 11 giugno 2016 - Sindacati convocati dall'azienda alle  10,30. Dopo due ore, l’annuncio è di 200 esuberi su poco più di 800 dipendenti. Uno ogni quattro. Succede alla Direct Line, sede unica di Cologno che gestisce tutta la filiera delle polizze assicurative: amministrativi e call center per vendita, assistenza e sinistri. Un’azienda giovane: 38 anni la media dei contratti, tutti a tempo indeterminato, con una maggioranza femminile. Due anni fa, in via Volta 16 c’era stata l’unificazione dei siti di Cinisello Balsamo e Lambrate con la creazione di un unico polo. "L’azienda è da un po’ in difficoltà, ma lo ha sempre negato. Fino alla bomba lanciata oggi», commenta Mario Coppi, Rsu. Ieri dalle 12 è stato così proclamato uno sciopero a oltranza. Nel cortile interno della ditta, si sono riversati gli operatori. Sabato ci sarà un’assemblea plenaria con i lavoratori.

"Abbiamo proposto strumenti alternativi: part-time, congedi temporanei e altre misure – spiega il sindacalista -. Ci è stato risposto picche perché il problema sarebbe strutturale. Tuttavia, per noi la procedura che stanno usando non è regolare: prima degli esuberi, si deve riorganizzare. Questo dice il nostro contratto nazionale Ania". Direct Line sostiene che proprio un tentativo di ristrutturazione complessiva era stato fatto a ottobre. "Nessuno lo ha visto – ironizza Coppi -. Da mesi chiediamo il piano industriale, senza ricevere risposta". C’è di più. Perché i manager, in maniera unilaterale, avrebbero anche dato disdetta del contratto integrativo, quello di secondo livello che prevede una serie di benefit accessori. "Parliamo di polizza sanitaria, permessi retribuiti, permessi studio per chi frequenta l’università, ticket. Tutto questo ci viene tolto – denuncia Maria Napolitano, Rsu -. È chiaro, quindi, che anche per chi resterà ci sarà un crollo della qualità della vita". E anche del portafoglio. "Ci verranno tolte anche le provvigioni, che vengono corrisposte in base alle procedure assicurative chiuse. Ci sarà soltanto uno stipendio al minimo tabellare: 700 euro al mese contro retribuzioni che vanno dai 1.200 fino ai 1.500 euro, in base alla bravura e anche al tempo impiegato dai dipendenti".

Infine, c’è la questione dei turni, che rischia di subire pesanti modifiche. "Ovviamente in peggio – spiegano i lavoratori -. Oggi noi abbiamo una programmazione con sei mesi di anticipo, grazie a quanto siamo riusciti a ottenere con il contratto integrativo. Andando a disdetta degli accordi pregressi, i turni potrebbero essere modulati giorno per giorno. Da noi ci sono moltissime mamme. È uno scempio sotto ogni punto di vista». L’azienda comunica che, in tempi brevi, punta a raggiungere un accordo con i sindacati. Tutta colpa della crisi del mercato dei premi Rc auto, in flessione del 20% negli ultimi quattro anni. Significa, dice Direct Line, contrazione di quote di mercato, numero di clienti e redditività. L’impresa, che si troverebbe in "sovraccapacità strutturale", deve insomma ritararsi.