Comune di Sesto riceve fattura per il deposito salma di Amri. Il sindaco: "Non pagheremo"

La salma del terrorista di Berlino per oltre sei mesi - dal 23 dicembre 2016 al 29 giugno 2017 - è stata ospitata dall'obitorio comunale di Milano

Anis Amri

Anis Amri

Sesto, 21 luglio 2017 - Gli uffici del Comune di Sesto San Giovanni hanno ricevuto una fattura di 2.160,18 euro, da parte del Comune di Milano, per le spese di "deposito salma" del terrorista Anis Amri, autore della strage di Berlino ucciso nel piazzale della stazione di Sesto il 23 dicembre 2016. "Siamo alla follia. Sono esterrefatto, quella che per oltre sei mesi era un'ipotesi assurda e irrealizzabile in Italia è incredibilmente diventata realtà - ha commentato Roberto Di Stefano, sindaco di Sesto -. A scanso di equivoci dico subito che mi opporrò con ogni mezzo a questa vergognosa e offensiva richiesta e che i soldi dei miei cittadini mai saranno utilizzati per far fronte a questa richiesta".

"Non mi interessa assolutamente nulla se la legge nazionale prevede che le spese post-mortem di una persona non reclamata siano a carico del Comune in cui la stessa è morta. Qui stiamo parlando di un mostro che non merita alcuna pietà. Per questo ho già provveduto a scrivere al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al ministro degli Esteri Angelino Alfano e al sindaco di Milano Giuseppe Sala, per comunicare loro che Sesto San Giovanni non pagherà mai nulla. Se proprio ci tengono provvedano loro", ha aggiunto il primo cittadino in una nota. "Noi, anche nel rispetto di Fabrizia Di Lorenzo, vittima italiana di quella strage, e di tutte le altre persone morte in attentati terroristici di matrice islamista, oltre che in segno di attenzione delle forze dell'ordine, non destineremo mai un euro per saldare questa fattura".

Secondo quanto precisato dall'amministrazione la salma del killer per oltre sei mesi - dal 23 dicembre 2016 al 29 giugno 2017, come recita la fattura inviata dal Comune di Milano a quello di Sesto San Giovanni - è stata ospitata dall'obitorio comunale per poi lasciare l'Italia in direzione Tunisia.