Rivolete la statua? Dovete pagarla. E gli ex bredini lanciano un appello

Sesto, "Ernesto Breda dev’essere restituito alla città cui appartiene"

La statua di Ernesto Breda

La statua di Ernesto Breda

Sesto San Giovanni (Milano), 15 novembre 2017 - La figura di un uomo fiero con lo sguardo rivolto all’orizzonte, come se scrutasse imperturbabile il futuro. Una statua in bronzo alta oltre 2 metri che fino al 2005 campeggiava sul piazzale dell’Istituto Scientifico Ernesto Breda, lungo viale Sarca, laddove cominciava lo sterminato complesso di capannoni industriali che hanno fatto la storia della Breda. La statua dell’ingegner Ernesto Breda per quasi 100 anni ha rappresentato un simbolo di storia e di orgoglio di uno dei gruppi industriali che hanno contribuito a costruire la tradizione imprenditoriale italiana nel ventesimo secolo.

Ma oggi quel simbolo è scomparso. Prima rimosso e relegato in un sottoscala per fare spazio a un albergo. Poi, portato via, in un luogo che nessuno conosce. A chiederne conto sono gli ex dipendenti Breda. Un gruppo di pensionati che dopo aver dedicato la vita alla loro fabbrica, per anni ne hanno gestito anche l’archivio storico, occupandosi di mantenere intatta la memoria e di recuperare oggetti e strumenti che ne rappresentano la tradizione. Dal febbraio scorso, la statua risulta scomparsa, forse conservata in altro luogo. Tuttavia gli ex dipendenti Breda tornano a rivendicarla. «Era stata realizzata nel 1924, dopo la morte dell’ingegner Breda – spiegano – Venne finanziata con una raccolta fondi tra le maestranze. I vertici diedero mille lire, gli operai parteciparono con cinquanta centesimi. Venne inaugurata dinanzi a migliaia di operai». Già nel 2016 un gruppo di dipendenti, guidato da Rodolfo Spadaro, un energico 82enne che è stato l’ultimo responsabile dell’archivio storico aziendale (oggi affidato all’Isec di Sesto), si era recato in viale Sarca per chiedere conto della statua, divenuta di proprietà della società immobiliare che ha acquisto le aree ex industriali.

«Ci eravamo presentati insieme al Comune, convinti di poter recuperare quell’oggetto storico per restituirlo alla città – racconta Spadaro – La risposta è stata lapidaria. Ci hanno detto che il monumento è di loro proprietà e che dovevamo fare una proposta di acquisto. Già allora, era stato riposto in un sottoscala. Invece il basamento di marmo era stato smontato e le targhe e la corona di allora, tutte in bronzo, erano sparite». La richiesta degli ex bredini è che il Comune e gli imprenditori locali promuovano una raccolta fondi e una trattativa con la società immobiliare che la detiene, per restituirla alla città. Loro, si sono offerti di restaurarla, così come hanno già fatto con la locomotiva Breda che è stata esposta nell’area del Carroponte. Un invito particolare è rivolto alla Breda Energia, unica sezione rimasta di un impero che tra il 1903 e i primi anni 2000 ha offerto lavoro a oltre 100mila persone nel Nord Milano.