Sesto, il centrodestra decreta il primo stop alla grande moschea

La delibera, adottata dalla Giunta, contesta diverse inadempienze alla comunità musulmana. "Ora valuteremo come procedere", la replica del centro culturale islamico.

Una delle recenti proteste contro la moschea a Sesto

Una delle recenti proteste contro la moschea a Sesto

Sesto San Giovanni (Milano), 18 luglio 2017 – Detto, fatto. La neo Giunta di centrodestra di Sesto San Giovanni ha approvato oggi, martedì 18 luglio, una delibera che dà il primo stop formale alla realizzazione, sull’area di via Luini, della grande moschea del Nord Italia. “Con questo provvedimento l’amministrazione ha preso atto di una serie di inadempimenti da parte del centro culturale islamico rispetto agli impegni previsti nelle convenzioni del 2013 e del 2015 – spiega il sindaco Roberto Di Stefano -. C’è il mancato pagamento di 320mila euro tra diritto di superficie, contributo per le opere aggiuntive e monetizzazione dei parcheggi. Manca il completamento della procedura di avvenuta bonifica e non c’è stato il rispetto del cronoprogramma. Mancanze gravi che hanno spinto l’intera Giunta a dare mandato agli uffici di intraprendere le opportune azioni per le contestazioni di rito e la successiva risoluzione della convenzione”.

Già nei giorni scorsi l’amministrazione aveva annunciato la decadenza dal titolo abilitativo alla costruzione della moschea. “Con il primo formale atto amministrativo di revoca del permesso viene, di fatto, fermata la costruzione dell’opera edilizio – aggiunge Antonio Lamiranda, assessore all’Urbanistica –. L’atto di indirizzo adottato dalla Giunta, a fronte delle gravi violazioni di legge e contrattuali riscontrate, porterà inevitabilmente alla definitiva risoluzione della convenzione stipulata per la realizzazione della moschea. E’ giusto ribadire che, per quanto riguarda la realizzazione di nuovi luoghi di culto, la nostra Amministrazione rispetterà gli indirizzi previsti dalla legge Regionale sulla pianificazione delle attrezzature per servizi religiosi”.

Eppure era stata proprio la precedente amministrazione a decretare la sospensione del pagamento delle rate, a fronte del maggior esborso a carico della comunità musulmana per la posa del prefabbricato, sempre in via Luini, come moschea temporanea: oltre 100mila euro tirati fuori in pochi mesi, a seguito dello sfratto esecutivo dalla sede storica di via Tasso. “Ora valuteremo cosa fare – risponde la comunità islamica -. Ci avevamo impiegato 18 anni per arrivare a questo risultato, in trasparenza e condivisione con il Comune e tutta la città”.