Metrò, semaforo verde al cantiere: "L’opera sarà pronta a fine 2019"

Una conferenza stampa sotto il sole, al confine tra Sesto e Cinisello, per brindare alla ripresa del cantiere della metropolitana

Il sopralluogo al cantiere (La Presse)

Foto LaPresse - Stefano Porta 01/06/2017 Sesto San Giovanni Milano (Ita) Cronaca Sopralluogo la cantiere del prolungamento della linea M1 della metropolitana Milanese fino a Monza Nella foto: Monica Chittò e Marco Granelli.

Sesto San Giovanni 2 giugno 2017 - Una conferenza stampa sotto il sole, al confine tra Sesto e Cinisello, per brindare alla ripresa del cantiere della metropolitana. Dopo mesi di stand by e due imprese fallite, l’opera è stata riassegnata. Si vedrà la conclusione - salvo imprevisti - solo a fine 2019. «Le operazioni sono già iniziate nei giorni scorsi. Ora ci sarà la verifica sulle condizioni delle gallerie e questa analisi durerà 60 giorni - ha spiegato Stefano Cetti, amministratore di Metropolitana Milanese, stazione appaltante -. Dove non sono mutate le situazioni originarie potranno iniziare le attività. Poi ci saranno 750 giorni per completare l’opera. Per la fine dei lavori e i collaudi parliamo, quindi, di novembre 2019». Vale a dire 4 anni di ritardi per un prolungamento che è stato iniziato a luglio 2011 e che doveva essere inaugurato per Expo 2015.

«Le grandi opere sono sempre difficili - ha commentato Siria Trezzi, sindaco di Cinisello Balsamo -. Questa è stata una pagina pesante anche per l’area Menotti, occupata da insediamenti illegittimi. Speriamo oggi si possa svoltare». La «grande opera» è un prolungamento di 1.800 metri della linea 1 della metropolitana, che porterà alla creazione di due nuove fermate: Sesto Restellone e Bettola, il nuovo capolinea al confine tra Cinisello e Monza. Lì nascerà un parcheggio di interscambio da 2.500 posti per la M1 e la M5 verso Monza. «Diventerà nodo di interscambio tra Sesto, Cinisello, Monza, in connessione con la A4 Torino-Milano-Trieste, la tangenziale Rho-Monza, la superstrada Valassina. E poi un terminal di linee su gomma per la Brianza e il Nord Milano, una bicistazione, un centro commerciale».

La «Grande opera» è costata 140 milioni di euro. A cui lo scorso 1 dicembre se ne sono dovuti aggiungere altri 23,3 milioni per una variante in corsa che potesse contenere l’acqua di falda e coprire il maggior costo degli espropri. Mentre il sindaco di Milano e Città Metropolitana Beppe Sala arrivava in auto alla rotonda, la collega di Sesto Monica Chittò applaudiva alla «bellissima giornata per il riavvio di un’opera fondamentale. L’appalto è stato affidato a una ditta seria, che ha già dimostrato credibilità su altri cantieri». La ditta è la De Sanctis Costruzioni Spa di Roma. Tra le prime 50 imprese del settore in Italia, società di famiglia, negli ultimi due anni ha visto la terza generazione prendere le redini dopo i guai giudiziari di Girolamo De Sanctis. Due anni fa l’ex titolare è coinvolto nella maxi inchiesta sulle tangenti attorno all’Anas, condotta dalla Guardia di Finanza di Roma. Ad aprile 2016 è agli arresti domiciliari, poi revocati, nell’ambito dello scandalo per la Sassari-Olbia: l’accusa per l’imprenditore era di aver versato una mazzetta da 800mila euro.