Sesto, marcia indietro sulla via Fiume. Milano ammette: troppo traffico

Si torna alla telecamera e al divieto parziale per le auto private

L'assessore sestese Edoardo Marini

L'assessore sestese Edoardo Marini

Sesto San Giovanni (Milano), 23 febbraio 2017 - Dopo due anni di proteste e petizioni, ieri è stato siglato l’accordo tra il Comune di Milano e quello di Sesto per risolvere il problema dell’attraversamento di via Fiume che si è creato in seguito all’apertura di via Sesto San Giovanni al traffico privato da parte del capoluogo. L’intesa prevede sostanzialmente il ritorno alla situazione precedente, per tutelare il rione dall’intenso flusso di auto che si è venuto a creare in questi anni.

Nel dicembre 2014 il Comune di Milano aveva riaperto al traffico in entrata su Sesto il cavalcavia Porto Corsini, che si trasforma in via Fiume prima di attestarsi su viale Monza all’altezza di via Edison. L’operazione era stata accompagnata dalla soppressione della corsia riservata al transito degli autobus e dall’eliminazione della telecamera di sorveglianza per mitigare il flusso sull’itinerario Breda-Rucellai e zone limitrofe.

Erano nati ben due comitati, uno sulla «sponda sestese e uno su quella milanese. A quel punto, l’amministrazione sestese aveva scritto all’allora assessore alla Mobilità di Milano per chiedere di ritornare sulla decisione presa. Palazzo Marino si era detto disponibile a monitorare la situazione per verificare eventuali aumenti di veicoli. Dai rilievi congiunti è risultato un rilevante incremento del volume di auto che attraversano via Fiume e in questi giorni si è finalmente giunti a un accordo che diventerà operativo nei prossimi mesi. Entro la metà di maggio Milano reinstallerà la telecamera all’incrocio tra le vie Chiese e Sesto San Giovanni e istituirà l’accesso riservato ai soli mezzi pubblici dalle 7 alle 9 e dalle 17 alle 19, mantenendo l’accesso libero negli altri orari. «La soluzione trovata – spiegano gli assessori Edoardo Marini di Sesto e Marco Granelli di Milano – consente di equilibrare le diverse esigenze delle zone della Città Metropolitana, trovando un’ipotesi che andrà sperimentata nella sua efficacia nei prossimi mesi».