Emergenza a Sesto, quando la casa diventa un incubo

Pochi alloggi disponibili, difficoltà economiche e sociali: la situazione è sempre più esplosiva nonostante la spesa superi il milione di euro

Una protesta dell'Unione inquilini

Una protesta dell'Unione inquilini

Sesto San Giovanni (Milano), 17 gennaio 2017 - La spesa supera il milione di euro, eppure l’emergenza casa resta esplosiva in città. È quello che emerge da 9 pagine di tabelle e altrettante di relazione degli uffici comunali, che hanno messo in fila gli interventi dal 2012 a oggi. Poca disponibilità di alloggi, nuclei sempre più numerosi, difficoltà sociali oltre che economiche e una cronicità degli sfratti hanno infatti fatto scoppiare il fenomeno. Così, da 67 assegnazioni di case in edilizia residenziale pubblica del 2012 (33 Aler e 34 del Comune), nel 2015 si è arrivati solo a 21 (8 Aler e 13 Comune) e quasi tutte da graduatoria. Nel 2016 sono risalite a 47, anche se per lo più come regolarizzazioni di situazioni pregresse. Gli alloggi sono stati assegnati attingendo alla graduatoria deroghe e, dopo la pubblicazione del nuovo bando Erp, si sono contattate diverse famiglie in carico, che erano state sistemate in strutture alberghiere o in altri contesti. Sale il dato degli stranieri dal 33 al 55%. Aumenta il numero di famiglie provenienti dall’Egitto che, dal 15,3% sul totale dei nuclei collocati a fine 2014, rappresentano ora il 30,4%. Un altro fattore da non trascurare è la composizione familiare: sono aumentate le famiglie in emergenza abitativa con 3 e 4 minori (pari al 29,3%), alcuni nati nelle strutture ospitanti durante lo sfratto. Sono 58 gli appartamenti in sublocazione, che costano alle casse pubbliche 418mila euro all’anno, mentre per la morosità incolpevole (compresi pignoramenti e la scadenza delle locazioni) la Regione ha messo a disposizione per Sesto 139mila nel 2015: lo scorso anno il contributo totale è stato di 192mila, comprensivo di 24mila euro aggiunti dal municipio.

La piaga resta lo sfratto: 87 i rinvii delle procedure con decreto prefettizio nel 2015, 16 nei primi 6 mesi del 2016. Se due anni fa gli sfratti hanno colpito 97 famiglie, da gennaio a settembre 2016 sono stati 62. Di questi 62 nuclei la metà ha trovato una sistemazione autonoma (35 famiglie nel 2015 avevano scelto di andare avanti da sole, senza aiuto). Solo 17 collocate in albergo (28 nel 2015) e 10 hanno firmato una nuova locazione con un altro proprietario (19 nel 2015). La sistemazione nei residence e negli hotel dovrebbe essere una soluzione temporanea, eppure "alcune delle famiglie collocate nella struttura del Residence Puccini, a partire dal 2012, e in Casa Albergo Mezzanotti, a partire dal 2014, permangono tuttora in carico totale al nostro servizio", si legge nella relazione. Lì si aspetta per mesi un alloggio pubblico, nonostante in questo periodo di attesa "difficilmente si producono cambiamenti verso una prospettiva di autonomia".

Per quanto riguarda le strutture alberghiere, la spesa è stata di 483.470,24 euro nel 2015 e 409.460 euro nel 2016 con un costo mensile di 34mila euro e i picchi ad agosto e settembre con oltre 40mila euro. Il Comune lo scorso anno ha stanziato circa 123mila euro per la Casa Albergo, 142mila per il Residence Puccini con i nuclei presenti che scendono quasi della metà, da 20 a 10, e 35mila euro al mese per Fondazione Arca (421mila annui per una ventina di nuclei).