Cologno, terza settimana di sciopero alla Direct Line

I lavoratori hanno deciso di proseguire la mobilitazione contro i 200 esuberi annunciati dalla compagnia assicuratrice

Il presidio dei lavoratori Direct Line

Il presidio dei lavoratori Direct Line

Cologno Monzese (Milano), 19 agosto 2016 - Inizia la terza settimana consecutiva di sciopero alla Direct Line. I lavoratori della compagnia di assicurazioni, rilevata dal gruppo spagnolo Mapfre, nel decimo giorno consecutivo di sciopero con presidio sotto la sede aziendale di Cologno Monzese, hanno deciso e votato all'unanimità la prosecuzione della mobilitazione anche per tutta la prossima settimana.

Lo sciopero sarà per l'intera giornata, ma a scacchiera: lunedì 22 toccherà ai reparti Call center sinistri e It, compresa la reperibilità; martedì 23 al Call center assistenza clienti e al Back office business; mercoledì 24 intera al Call center vendita; giovedì 25 all'Ufficio reclami; venerdì 26 sarà il turno di tutti gli altri amministrativi; sabato 27 ancora dei Call center assistenza clienti e vendita. Per il Contact center le pause da videoterminalisti saranno effettuate ogni 120 minuti esatti, con uscita dall'azienda, secondo le procedure, al presidio.

I sindacati Fisac/Cgil, Fna, First/Cisl e Uilca/Uil hanno ricordato ai dipendenti che "nessuno può essere obbligato a svolgere attività differenti dalle proprie mansioni, ad esempio supporti ad altri reparti o outbound per gli addetti alla vendita" e li hanno invitati "al rispetto rigido di tutte le procedure lavorative".

"A tutt'oggi - spiegano le Rsa - nessuna risposta ė arrivata alle richieste di chiarimento inviate dai dipendenti per poter valutare la proposta di incentivo all'esodo unilaterale dell'azienda. Ci si chiede, in considerazione di questa mancanza a dieci giorni dalla comunicazione degli incentivi e dei tempi strettissimi indicati per l'adesione (15 settembre), se l'obiettivo sia la riuscita del piano o il suo fallimento. L'assemblea ritiene quindi gravissimo e ancora più irresponsabile l'abbandono dell'azienda in una fase così delicata da parte di tutta la dirigenza, capo del personale compreso. Per quanto tempo la nuova proprietà spagnola potrà permettersi di ignorare le lavoratrici e i lavoratori?".