Cologno, sciopero a oltranza dei lavoratori Direct Line

Dopo la rottura delle trattative, la compagnia ha proposto incentivi per licenziamenti volontari

Il presidio davanti alla sede Direct Line

Il presidio davanti alla sede Direct Line

Cologno Monzese (Milano), 13 agosto 2016 - Direct Line tira dritto per la sua strada. Dopo la rottura delle trattative sindacali sui 200 esuberi annunciati, la compagnia assicuratrice ha deciso di proporre unilateralmente ai dipendenti un incentivo al licenziamento volontario.

«Non essendo stato raggiunto un accordo sindacale nei tempi imposti dalla procedura attivata dopo i due mesi di sforzi messi in atto da Direct Line per concordare delle soluzioni che potessero anche ridurre il numero delle eccedenze di personale, la Compagnia ha deciso di mettere a disposizione dei dipendenti un piano di incentivazione all’esodo su base volontaria dal 12 agosto (ieri, ndr) fino al 15 settembre 2016 - si legge in una nota della società, rilevata due anni fa dal gruppo spagnolo Mapfre -. Aderendo a questo piano, i dipendenti potranno usufruire di un’incentivazione economica per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. In particolare, il pacchetto sarà costituito da un incentivo all’esodo del valore medio pari a 3 annualità retributive, fino ad un massimo di oltre 4 annualità in relazione all’anzianità aziendale e ai carichi di famiglia». L’azienda ha previsto anche un servizio di ricollocamento, tramite una società specializzata. Per raccogliere adesioni e richieste di chiarimento sul piano di incentivazione all’esodo, la compagnia ha attivato una casella di posta elettronica dedicata.

Intanto sotto la sede colognese prosegue il presidio, avviato quattro giorni fa, dopo la rottura delle trattative: il dietrofront della compagnia ha scatenato la reazione vigorosa dei sindacati e la mobilitazione dei lavoratori, che hanno accolto le ultime novità con sorpresa e ancor più diffidenza. «L’assemblea, tenutasi durante il quarto giorno consecutivo di sciopero - rimarcano i sindacati Fisac Cgil, Fna, Fist Cisl e Uilca Uil - ha appreso con stupore e disappunto che l’azienda ha varato un piano di incentivi unilaterale praticamente identico a quello concordato con le Rsa». Per i lavoratori, «irresponsabile e, a questo punto, ancora più immotivata» è la decisione della compagnia di non sottoscrivere il verbale d’accordo, «ritenendola un mero atto di forza della nuova proprietà spagnola - il Gruppo multinazionale Mapfre – del tutto estraneo alle regole e alle prassi del settore assicurativo italiano». I lavoratori e i sindacati hanno deciso un nuovo pacchetto di scioperi che proseguiranno nei prossimi giorni.