Cologno, la Finanza in Comune per la delibera accusata di falso

Acquisiti gli atti che erano stati disconosciuti dagli assessori dissidenti. Il sindaco Rocchi: «L'esposto del Pd? Sono sereno, tutte le procedure in regola»

Il sindaco Angelo Rocchi

Il sindaco Angelo Rocchi

Cologno Monzese (Milano), 8 ottobre 2016 - La guardia di finanza ha bussato alle porte degli uffici comunali per acquisire gli atti di giunta. Così la delibera tacciata di falso - quella sulla riorganizzazione del personale, che ha provocato a giugno la crisi dell’esecutivo - è di nuovo sotto i riflettori.

Chiusa la partita politica, con il rientro in squadra di Gianfranca Tesauro e Francesca Landillo, assessori al Bilancio e alla Sicurezza di Fratelli d’Italia, sembra aprirsene ora un’altra, in chiave giudiziaria, legata all’esposto denuncia presentato dal Pd. «Falso in atto pubblico» avevano ipotizzato i Dem: «La delibera di giunta, che assegnava dei ruoli di capo settore ad alcuni dipendenti del Comune, proposti dal sindaco, veniva pubblicata con il voto unanime della giunta, mentre tre assessori, dopo la pubblicazione, dichiaravano che non c’erano in giunta e che avevano manifestato al sindaco, comunque, la loro contrarietà» ha sottolineato sui social il capogruppo Giovanni Cocciro, ricordando anche un esposto alla Corte dei conti per le indennità percepite da Tesauro e Landillo, nei tre mesi da dimissionarie.

«Se sono sereno? Certo, non è successo niente: la delibera era regolare» ha commentato il sindaco, confermando la visita dei Finanzieri in municipio. «Ho saputo dagli uffici che sono stati acquisiti dei documenti - ha sottolineato Rocchi -. Io non ho ricevuto nessuna notifica, ma credo che fosse un atto dovuto dopo l’esposto del Pd. Ora immagino che saremo tutti sentiti dalla Procura: ci chiameranno e spiegheremo cosa è avvenuto».

Nulla di irregolare, asserisce Rocchi. «Era una partita politica - rimarca il sindaco -: su quell’atto non c’era condivisione, l’abbiamo approvato lo stesso e le due assessore si sono impuntate. Ma non ci sono state irregolarità, anche la segretaria comunale lo ha spiegato in una relazione in aula: gli atti sono firmati in modo digitale, il diniego deve essere espresso in modo palese, le due assessore erano in disaccordo ma non hanno fatto mettere a verbale il parere contrario. Poi hanno scritto una lettera in cui contestavano la delibera e Magro (l’assessore destituito, ndr) si è accodato. Ne chiedevano il ritiro, se fosse stato possibile sospenderla non saremmo qui a parlarne, ma l’atto formalmente è corretto: ne abbiamo approvata un’altra che la richiama e la modifica». Quella relazione della segretaria comunale il sindaco se la porterà in Procura, se e quando dovesse essere convocato.

Proprio nei giorni scorsi Tesauro e Landillo hanno ripreso il loro posto, non Magro: «Non gode più della mia fiducia, ho io quelle deleghe, probabilmente ci sarà una nuova nomina e non è detto sia un esponente Udc». Se la partita politica per il sindaco è chiusa, non lo è quella giudiziaria. «C’è anche l’esposto sull’indennità, ma Cocciro dimentica che un assessore non è un dipendente pubblico con l’obbligo di presenza - ribatte Rocchi -. Avevo congelato le dimissioni, con Tesauro e Landillo ho continuato il confronto per mail e telefono. Certo non sono venute in giunta ma erano assessore a tutti gli effetti: vorrà dire che daranno qualcosa in beneficenza».