Dalla periferia "Per Davvero" alla frontiera (t)rap. Passando per... Marracash

Vengono da Cinisello Balsamo e Settimo Milanese e parlano della realtà nuda e cruda. Con "XDVR" Sfera Ebbasta e Charlie Charles volano alto

Charlie Charles e Sfera Ebbasta sono approdati all'etichetta Roccia Music

Charlie Charles e Sfera Ebbasta sono approdati all'etichetta Roccia Music

Cinisello Balsamo (Milano), 12 agosto 2015 - Il momento era quello giusto, il posto anche. Così per Sfera Ebbasta e Charlie Charles si sono spalancate le porte della discografia. Di questi tempi l’attenzione alle novità in fatto di rap è altissima ma questo rende la selezione degli artisti un gioco ancor più spietato. Di Cinisello Balsamo e di Settimo Milanese, il giovane rapper e il suo produttore hanno saputo ricreare un immaginario unico che, per quanto brutale, si traduce in uno stile di vita autentico: quello della periferia. Gli scenari crudi dei loro testi si fondono a una ricerca musicale inedita che ha saputo portare a galla suggestioni d’oltreoceano squisitamente "trap". Durezza e orecchiabilità in un colpo solo. "Partiti da zero" per approdare con successo al web, i due ragazzi "di quartiere" ora sono pronti "Per Davvero" al grande salto. Non a caso, dopo l’uscita del loro album «XDVR» (Per Davvero) persino un rapper affermato come Marracash ha puntato gli occhi su di loro.

Poco più che ventenni e già alla corte di un big come Marracash che vi ha arruolato nel roster di Roccia Music. Quali sono le caratteristiche che hanno convinto Marra e Shablo a volervi in squadra? "Probabilmente ci hanno trovato belli pronti. Soprattutto professionali. A premiarci è stata sicuramente la nostra costanza nel voler sempre fare tutto al massimo livello e di certo in noi hanno visto qualcosa di nuovo, sonorità inedite, molto diverse da quelle degli altri rapper. Sia dal punto di vista umano che artistico, con loro, ci siamo trovati subito a nostro agio. Entrare a far parte di un’etichetta prestigiosa come Roccia Music è stato per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione".

Con Marracash eravate sul palco per la tappa torinese del suo Status Tour. Com’è andata? "Benissimo! Anche se dovendo aprire un live così importante all’inizio eravamo un po’ agitati. Una volta sul palco però, nel vedere il riscontro positivo del pubblico, ci siamo subito sciolti. È stato bellissimo sentire che le persone conoscevano i testi e cantavano insieme a noi".

Veniamo a "XDVR". Com’è nata l’idea dell’album? "È successo tutto in modo molto spontaneo. Addirittura, la traccia che dà il nome al disco era un pezzo freestyle. Racchiudere tutti gli altri nostri pezzi nell’album è stata poi una cosa quasi naturale. Oggi in Italia tantissimi ragazzi fanno rap ma nessuno ha mai fatto trap e questo disco, con le sue sonorità a cavallo tra l’hip hop e l’elettronica, ne è l’emblema. Anche l’immaginario e i colori dei nostri testi sono inediti, così come i nostri stili di vita".

 

Disoccupazione, spaccio e criminalità. Le canzoni fotografano in maniera molto cruda la vita nei quartieri. Il vostro messaggio? "Non si tratta di una denuncia e nemmeno di mitizzare certi comportamenti. Nei nostri testi ci limitiamo semplicemente a fotografare la realtà che viviamo tutti i giorni. Osserviamo ciò che ci circonda e lo riportiamo in musica".

E com’è la vita in periferia? "Noi proveniamo da due posti diversi: Settimo Milanese e Cinisello Balsamo. Ogni zona ha i suoi pregi e difetti. Diciamo che non si vive come nelle favelas ma di certo la vita è molto più dura rispetto a quella di chi viene dal centro. Le situazioni che viviamo noi dell’hinterland milanese sono quelle di ogni periferia. Per noi la vita di quartiere è la normalità. E uno dei nostri punti di forza".