Cinisello, bambino difficile a scuola: "Alla sua famiglia dobbiamo un aiuto"

L'Anffas interviene sul caso che scuote Cinisello Balsamo

Antonio Cacopardi, presidente di Anffas Nordmilano

Antonio Cacopardi, presidente di Anffas Nordmilano

Cinisello Balsamo (Milano), 19 febbraio 2017 - Quello di lunedì sarà un giorno chiave per la scuola elementare di Cinisello che venerdì ha vissuto forse il suo giorno più nero. Dopo il gesto disperato dei genitori di un’intera classe, che per protesta hanno ritirato i loro figli lasciando l’aula vuota, sarà il giorno in cui il preside dell’istituto è chiamato a ricostruire il rapporto con ben 19 famiglie e a prospettare una soluzione alle richieste di serenità e sicurezza per i loro figli. Il primo problema che dovrà affrontare il dirigente è quello di difendere i bambini da una vicenda che non sono in grado di capire e gestire. Ma più di ogni cosa, la scuola deve trovare gli strumenti per affrontare in modo adeguato quello che è il nocciolo della questione: la convivenza, oggi divenuta impossibile, di una intera classe con un "bambino difficile", un loro compagno che soffre di una patologia comportamentale che lo rende aggressivo e a volte violento in modo incontrollabile per gli stesi insegnanti.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente dell’Anffas Nordmilano Antonio Cacopardi che sottolinea: "Ci troviamo di fronte a un bambino di appena otto anni che, evidentemente, ha bisogno di aiuto e l’aiuto non lo chiede piangendo, ma lo chiede con atti incontrollabili". Cacopardi, che da anni gestisce casi di bambini e adolescenti con disabilità multiple ripete che questo fardello non si può caricare solo su una persona, solo su una famiglia. "È un fatto di cui si deve far carico tutta la classe – dice - tutta la scuola, tutta la comunità: assieme, senza chiasso, ci si deve mettere attorno a un tavolo per affrontare il problema e trovare la soluzione migliore. Nessuno può tirarsi indietro. Ognuno, nel proprio ruolo e con le proprie responsabilità, deve reagire in tempo".

Dinanzi a casi come questo si tende a minimizzare. Stavolta per esempio si è agito in modo burocratico. Il bambino è stato certificato come disabile, anche grazie all’impegno di un gruppo di famiglie che si è imposto per ottenere il supporto di un’insegnante di sostegno. Il Comune è intervenuto con un suo educatore. Ma non si è affrontata per intero la complessità del caso che evidentemente necessità di ben altri strumenti. "Tutte le volte che si è intervenuti insieme, in tempo, senza clamore – conclude Cacopardi dell’Anffas -, si sono trovate soluzioni accettabili, nelle quali i protagonisti sono venuti fuori alla fine, umanamente più ricchi: la disabilità è, infatti, una ricchezza che fa maturare la società". Il sindaco Siria Trezzi si è imposta di trovare una soluzione condivisa con la scuola e le famiglie. Ha già annunciato che le incontrerà nei prossimi giorni. Anffas ha dato la sua disponibilità a collaborare.