Cinisello, compagno "violento". E i bambini non entrano a scuola

Un caso difficile e delicato in classe ha spinto i genitori degli altri alunni a un "gesto simbolico" per affrontare il problema. Il dirigente: tantissimi sforzi, ma non sono stati sufficienti. Il sindaco: troveremo una soluzione

Banchi vuoti venerdì in un'aula di Cinisello

Banchi vuoti venerdì in un'aula di Cinisello

Cinisello Balsamo (Milano), 18 febbraio 2017 - Una classe classe completamente vuota. Diciannove bambini tenuti a casa per un giorno dai genitori. Famiglie esasperate per il clima di terrore che si è insinuato nella scuola frequentata dai figli, per le crisi continue e sempre più violente di uno degli alunni, capace di aggredire compagni, insegnanti e operatori sociali, seminando panico e dolore. Una provocazione estrema, quella messa in atto ieri mattina dai genitori di una classe di scuola elementare di Cinisello Balsamo. Un  gesto disperato  - come lo hanno definito  – che intende portare allo scoperto un malessere covato per tre anni e mai davvero risolto. Fin dalla prima gli alunni di questa classe si sono trovati a fare i conti con un loro compagno all’apparenza socievole, ma soggetto a improvvise crisi di violenza, durante le quali aggredisce i compagni, se la prende con gli insegnanti, quando non mette a soqquadro l’intera classe. 

Incontrollabile, ma soprattutto ingestibile, ora che è più grandicello e forte, nemmeno l’insegnante di sostegno è più in grado di contenerlo e di riportarlo alla calma. E solamente l’educatore, messo a disposizione dal Comune, avrebbe un buon ascendente su di lui. Ma la sua presenza è di sole otto ore settimanali.  "Siamo dovuti intervenire prima che ci scappi la tragedia – spiegano i genitori –. La nostra è stata una provocazione, certo, ma non un gesto istintivo contro qualcuno, piuttosto un atto simbolico affinché si possa cominciare a parlare davvero dei problemi di questo bambino e ad affrontarli nella loro interezza, nel suo  bene e di tutti i nostri figli".

I racconti che emergono dai bambini sono di paura quando non di rassegnazione. L’ultimo episodio lunedì scorso, quando alcuni genitori hanno ritirato i figli con l’avallo degli insegnanti perché, a loro dire, il clima si era fatto pesantissimo. "L’aspetto che fa più paura è che alcuni dei bambini si sono rassegnati all’idea di dover essere picchiati – spiegano le famiglie -. Ce lo raccontano con naturalezza. Abbiamo scoperto che alcuni di loro si accucciano sul banco e si coprono la testa con le braccia, perché hanno capito che se non lo guardano, forse riescono a scamparla".  

Il dirigente scolastico ammette di trovarsi dinanzi a un caso complesso e per questo ancora più delicato. "Creare il mostro non è la cosa più giusta – afferma –. In questi anni abbiamo lavorato per trovare una soluzione che garantisse il diritto allo studio di tutti i bambini, facendo più di quanto avremmo fatto per chiunque altro, ma evidentemente gli strumenti messi in campo non sono ancora sufficienti".

Venerdì, alla notizia del ritiro da scuola dei 19 bambini, sono intervenuti anche i carabinieri che hanno preso visione degli atti. Il sindaco di Cinisello, Siria Trezzi, ha preannunciato un’assemblea con tutti i genitori. "Conoscevo il caso, ma non ci era stato detto che la situazione era così grave. Una soluzione verrà trovata sicuramente". "Non si tratta di combattere il mostro", tengono a sottolineare le famiglie coinvolte in quello che definiscono un incubo senza fine. In questa classe di bambini di soli 8 anni, le vittime sono 20, compreso quel bambino che a causa di una patologia, certificata dall’Asl lo scorso anno, è soggetto a veri e propri raptus.