Motta trasloca in Spagna, tutti a casa I lavoratori: "Ci hanno tolto il futuro"

Presidio Cobas ai cancelli dell'azienda che sorge tra Cinisello e Monza, contestato l’accordo economico dei confederali

Da lunedì gli operai della Motta Alfredo hanno  le braccia incrociate

Da lunedì gli operai della Motta Alfredo hanno le braccia incrociate

Cinisello Balsamo (Milano), 26 maggio 2017 - C'è chi ha la moglie al settimo mese di gravidanza, chi litiga ogni sera con la compagna, chi conta solo quattro anni al raggiungimento della pensione e chi da quando è in Italia ha costruito la sua vita attorno all’azienda. Davanti alla Motta Alfredo ci sono uomini e donne disperati. Da lunedì gli operai dell’impresa che da più di un secolo si occupa della lavorazione della pelle al confine tra Cinisello Balsamo e Monza tengono le braccia incrociate. L’azienda trasferisce la produzione in Spagna, a pochi chilometri da Madrid. Su 51 persone, 26 sono in esubero. Quattro hanno accettato di modificare orario e salari passando a un part time da 20 ore settimanali. Sei andranno vivere a Madrid.

"Mi mancano quattro anni alla pensione - sbotta Marisa Bullotta -. Ho passato i miei ultimi 38 anni dentro questa fabbrica e ora cosa farò? Non firmerò una lettera di licenziamento. Non accetto l’accordo raggiunto dai sindacalisti con la proprietà». Le trattative dei segretari di Cgil e di UilTec hanno portato alla stipula di un contratto secondo il quale "ai lavoratori verranno dati 16.500 euro per la cessazione del rapporto - spiega Benedetta Missaglia di Uil -. A questi vanno aggiunti mille euro per chi ha più di vent’anni di lavoro in azienda. Altri mille per chi ha accumulato trent’anni di lavoro, cinquecento per ogni figlio a carico e ancora mille per chi ha una moglie che non lavora. La cifra verrà erogata in venti rate. Non è il massimo per i lavoratori, ma è il massimo che potevamo ottenere".

"È un contratto truffa - dice invece Stefano Fumagalli, Cobas - Noi dai cancelli non ci spostiamo finché non avremo una proposta dignitosa". La rabbia cresce. "Ieri è arrivato il camion per il trasloco - racconta Andrea Cordopatre -. Lo abbiamo bloccato. Diventerò padre tra due mesi. Ho vent’anni di lavoro alle spalle. Cosa sarà il mio futuro?". "Ho due figlie, vivo a Monza e faccio questo mestiere da 27 anni - dice Taufik Boubakri -. Ho proposto alla dirigenza di lavorare nella sede spagnola, avrei lasciato tutto. Non mi hanno voluto». «In Pakistan ero addetto alla produzione della pelle, quando ho trovato questo lavoro ero felice - dice Uddin Iftikhar -. Chi poteva immaginare che dopo quindici anni mi sarei ritrovato in mezzo alla strada?".