Cinisello, l'infermiera lancia una corsa della vita

Volontaria in Africa, Stefania Ferrante parteciperà a un ultratrail per raccogliere fondi

Stefania in Kenya

Stefania in Kenya

Cinisello Balsamo (Milano), 5 marzo 2018 - "Se molte formiche si mettono insieme, spostano anche un elefante". Stefania Ferrante, 39 anni, infermiera cinisellese, è una formichina operosa che ha fatto dell’aiuto agli altri la sua missione di vita, e del running la sua passione. Il suo motto #Sposta l’elefante, è diventato una sorta di mantra. Da qualche tempo ha deciso di provare da sola a “spostare l’elefante” mettendo insieme i suoi due amori, lo sport e la solidarietà, per una missione importante: aiutare quelle persone che in Africa ancora non riescono ad avere un’assistenza sanitaria di base.

Infermiera nel reparto di Neurorianimazione dell’ospedale Niguarda, Stefania pochi giorni fa è partita per la sua settima missione in Africa, come infermiera volontaria nel piccolo ospedale di Chaaria, disperso tra le montagne del Meru, a 400 chilometri da Nairobi e a poche centinaia di metri dalla linea dell’equatore (dove vivono gli elefanti). Per un mese ogni anno dimentica gli agi della civiltà occidentale per una full immersion in una dimensione a volte terribile altre volte affascinante, quella delle popolazioni tribali africane, che ancora oggi faticano ad avere acqua potabile, cibo e assistenza sanitaria di base. È impegnata nel piccolo avamposto gestito dai padri del Cottolengo di Torino dove lavora fianco a fianco con volontari provenienti da tutto il mondo e con personale locale per dare assistenza a persone che giungo a piedi anche da villaggi lontani più di 100 chilometri per chiedere una cura.

"In Kenya, ogni mattina alle 5 vado a farmi una corsa prima di iniziare a lavorare e mi seguono bambini e ragazzi scalzi, che corrono più veloce di me. Questo mi da un’energia incredibile", confida Stefania. Lei è quella che si definirebbe una “ultrarunner”, capace di correre per centinaia di chilometri sulle montagne. Ha pensato che la corsa potesse essere lo strumento per scuotere le anime di amici, parenti e di appassionati di sport per sostenere la sua causa: "Qualche anno fa ho raccolto vecchie scarpe da corsa per loro – spiega -. L’anno scorso ho fatto una raccolta fondi in una cerchia ristretta ad amici. Ora ho aperto una raccolta sul sito internet “La rete del Dono”. Vorrei contribuire ad aprire due camere operatorie in dispensari vicini all’ospedale keniano. Quale evento migliore di un ultratrail da 120 chilometri con 7.300 metri di dislivello? A giugno parteciperò alla Lavaredo Ultratrail". La sua pagina di raccolta dal titolo “Sposta l’elefante-Ultratrail per Africa” ha già abbondantemente superato i 2mila euro di contributi e continuerà a crescere sull’onda della sua gara.