Giallo di Ceriano laghetto, il ferito è di Paderno

L'omicidio del 23enne marocchino trovato in un bosco. A 100 metri il padernese a sua volta ferito da colpi d'arma da fuoco

I rilievi

I rilievi

Paderno Dugnano (Milano), 26 marzo 2017 - Proseguono le indagini sulla morte di Nasreddine Chajdali, il ventitreenne marocchino trovato cadavere l'altra mattina nell'area boschiva lungo i binari della stazione di Ceriano Laghetto (Monza), ucciso con due colpi di pistola alla testa e all'addome mentre a terra ferito è rimasto un 26enne di Paderno. Sulla vicenda indagano i carabinieri di Desio (Monza), che sabato mattina sono arrivati sul posto allertati da un passante. Il cadavere del giovane, riverso tra gli alberi, ad un primo esame presentava perdite ematiche alla testa e alla pancia, solo in seguito all'esame del medico legale sono emersi i due fori di proiettile che ne hanno presumibilmente provocato il decesso, risalente circa a dieci-dodici ore prima.

Il suo omicidio sarebbe con molta probabilità collegato ad un'altra aggressione a colpi di arma da fuoco, verificatasi nella tarda serata di venerdì, a un centinaio di metri di distanza dal ritrovamento del cadavere. Verso le 23 della sera prima, un ventiseienne italiano di Paderno Dugnano, tossicodipendente, ha telefonato al 112 chiedendo aiuto. Quando i soccorritori del 118 e i carabinieri sono arrivati sul posto, lo hanno trovato a terra, ferito a sua volta da due colpi di pistola, uno alla gamba ed uno al braccio.

Trasportato all'ospedale di Niguarda, il ventiseienne, tossicodipendente, a quanto si apprende, non avrebbe dichiarato nulla di utile agli investigatori per ricostruire l'accaduto e, analogamente, non avrebbe fatto menzione della presenza di un'altra persona ferita o uccisa nei boschi della stazione brianzola. Secondo quanto ricostruito fino ad ora dai carabinieri, il giovane ucciso aveva in tasca alcune bustine per il confezionamento di dosi di droga, l'agguato a colpi di arma da fuoco sarebbe maturato nell'ambiente dello spaccio di droga.