Centro disabili di Sesto, il Consiglio vota. Il servizio non sarà più comunale

Passa la delibera più discussa dell’era Chittò. I critici: "È un pasticcio"

Uno degli striscioni esposti dai contestatori della svolta

Uno degli striscioni esposti dai contestatori della svolta

Sesto san Giovanni (Milano), 2 marzo 2016 - «Appuntamento: elezioni 2017». Lavoratori, sindacati e comitato parlano attraverso uno striscione, tenuto chiuso per quasi 5 ore ed esbito all’1.30, dopo un lungo consiglio comunale che ha decretato l’esternalizzazione dei centri diurni disabili. È la delibera più discussa dell’intera Giunta Chittò, che ha diviso la stessa coalizione di governo: contrarie Sel e FdS, che hanno votato insieme a FdI, Fi, Gruppo Misto, M5S e Sesto nel Cuore. A favore una maggioranza trasversale con Pd, Democratici per il cambiamento e Giovani Sestesi. Delusione da parte di organizzazioni sindacali e dipendenti che, fino allo scorso weekend, erano in piazza. Niente da fare, la partita era già stata decisa 14 mesi fa, nonostante un cambio in corsa: si esternalizza il servizio, ma non gli educatori e gli operatori sociosanitari che resteranno in capo all’ente e lavoreranno nei cdd di via Boccaccio in distacco temporaneo.

Un «ibrido che scontenta tutti» l’ha definito Giampaolo Caponi (Sesto nel Cuore). Un’operazione «nata male. Si voleva replicare il percorso delle farmacie, privatizzate con il personale del magazzino ceduto all’operatore privato, ma qualcosa non ha funzionato», ha rincarato Franca Landucci (Gruppo Misto). Quel «qualcosa» lo ha rivelato Gioconda Pietra (Pd). «Non sempre siamo stati corretti con i lavoratori, ai quali dovremmo chiedere scusa. Abbiamo iniziato un percorso che rischiava di svendere il lavoro e la qualità di vita dei dipendenti. C’è stato un ampio dibattito all’interno del partito che ha portato a una soluzione che tutela i dipendenti, che resteranno pubblici con stesso contratto». Una virata dal disegno originario.

È qui il «peccato originale», accusano Caponi e Antonio Lamiranda (FdI). «Questa appare sempre più come una scelta della maggioranza, ma le scelte vanno condivise con un percorso costruito. Le proposte vanno elaborate con tutta la città e le forze politiche. Stasera invece abbiamo appreso che è stato un processo tutto interno a un solo partito». Un ordine del giorno concederà ai consiglieri di vedere, in commissione, quali saranno i criteri alla base della procedura negoziata che chiamerà i quattro soggetti che avevano manifestato interesse per il servizio. In estate il gestore potrebbe fare il suo ingresso in via Boccaccio, mentre entro dicembre è richiesta l’apertura di un centro socioeducativo di almeno 10 posti. «Il nostro sguardo è al futuro e alla salvaguardia del cdd in un momento in cui i bisogni aumentano. È una decisione ambiziosa quella di aprire un nuovo servizio – ha sottolineato l’assessore ai Servizi Sociali Roberta Perego –. Con le nuove modalità di gestione abbiamo fin da subito la possibilità di accogliere 21 utenti in più (11 al cdd e 10 al cse) e, ampliando al massimo la capienza del cse, arrivare fino a 41».