Bresso, no alla vasca di laminazione: "Effetti devastanti su di noi"

L’appello dei residenti di via Papa Giovanni XXIII al sindaco di Milano per bloccare l’opera

Una recente manifestazione anti-vasca

Una recente manifestazione anti-vasca

Bresso (Milano), 15 luglio 2016 - Prosegue la battaglia contro la vasca di laminazione nel Parco Nord Milano da parte degli abitanti di via Papa Giovanni XXIII. A un paio di giorni dall’insediamento della nuova giunta a Palazzo Marino, hanno deciso di scrivere una lettera aperta al neosindaco di Milano Giuseppe Sala e agli assessori Marco Granelli e Pierfrancesco Maran, per sostenere - ancora una volta - il loro "No" alla costruzione dell’invaso artificiale da 250mila metri cubi.

La vasca, che raccoglierà le acque del Seveso in piena, è nell’ultimo lembo del Comune di Milano, tra via Aldo Moro, il fiume Seveso e il cimitero di Bruzzano, ma finirà tutti gli effetti a poche decine di metri dai loro balconi e dalle loro finestre. Non solo: se il progetto venisse realizzato, dai loro appartamenti sparirebbe anche la vista del rigoglioso bosco, che ricopre una superficie naturale di 4 ettari e che sarà così sacrificato.

La prima preoccupazione dei residenti è relativa alla salute: "Gli effetti devastanti della realizzazione della vasca - scrivono - coinvolgeranno tutto il Nord Milano, che sarà danneggiato da un’aria fortemente inquinata da una miscela di pericolose sostanze volatili, in decantazione ed evaporazione per giorni nella vasca". Poi, c’è il territorio da salvaguardare: questo intervento "danneggerà irreversibilmente - proseguono i residenti - un’area regionale protetta dei cui benefici usufruisce tutto il Nord Milano e non risolverà il problema delle esondazioni del Seveso".

Il paradosso è ben sottolineato: «L’area della vasca non è affatto degradata ma rigogliosa, curata e cresciuta secondo i criteri di piantumazione e adesione al Protocollo di Kyoto - precisano -. Va salvaguardato il verde esistente, rifiutando anche la logica delle compensazioni con alberi piantumati altrove nel Parco Nord".

Altrettanto chiara è la richiesta al sindaco Sala: "La prospettiva è la depurazione delle inquinatissime acque del Seveso, in modo che possano essere convogliate nel Ticino - concludono -. Devono essere applicate le buone pratiche di gestione dell’acqua piovana, che consentono di raccogliere pari volumi d’acqua senza devastare il territorio".