Bresso, il fiume Seveso fa sponda alle polemiche

Dopo la protesta per la vasche di laminazione ecco quella per il taglio degli alberi

I tecnici al lavoro sulle rive

I tecnici al lavoro sulle rive

Bresso (Milano), 16 ottobre 2016 - Sullo sfondo c'è tutta la rabbia dei cittadini di Bresso per l’impossibilità di fermare il progetto di costruzione delle vasche anti-piena del Seveso che sorgeranno davanti alle case del quartiere Papa Giovanni. Ma livore e angoscia sono diventati motivo di un braccio di ferro continuo tra gli abitanti del quartiere a sud di Bresso e la società di gestione del Parco Nord, che da oltre un anno lavora alla riqualificazione delle sponde del Seveso.

Questa volta lo scontro nasce dalla denuncia di un gruppo di cittadini in merito ai lavori di riqualificazione delle sponde nel tratto di fiume che divide la zona di via Papa Giovanni dal confine con Cormano. "Il Parco Nord ha effettuato il disboscamento completo di un’area ampia circa 80 metri di Parco, che si sviluppa seguendo le rive del fiume – scrivono i cittadini in un comunicato di denuncia che non va per il sottile -. Qualsiasi albero o arbusto presente in questa bellissima area (compresa tra il Centro Civico Pertini di via Bologna di Bresso e il confine di Cormano) fruita ogni giorno dai cittadini di Bresso, di Cormano e non solo, è stata rasa al suolo con la non plausibile scusa di consentire la posa di massi ciclopici lungo gli argini del fiume. Un enorme ecosistema è stato distrutto".

La cancellazione degli alberi viene reputata non solo un sacrificio non ambientale ma anche la rinuncia alla difesa delle abitazioni circostanti dalle insidie del fiume, siano esse esondazioni o i cattivi odori dell’acqua inquinata. Accuse pesantissime alle quali il parco risponde piccato: "Nel tratto in questione i lavori si sono resi necessari per far fronte ad un grave dissesto idrogeologico attestato da uno studio idraulico specializzato – ha spiegato il direttore Riccardo Gini -. Prima dell’abbattimento i nostri tecnici agronomi e forestali hanno effettuato specifici sopralluoghi verificando che le piante da abbattere erano per lo più arbusti e altre specie spontanee di scarso valore naturalistico e, in alcuni casi, già morienti. I massi “ciclopici” messi a consolidamento delle sponde saranno, come da progetto, rinverditi con piante autoctone idonee all’ambiente fluviale nella misura di una pianta di salice ogni metro quadro di sponda". Il Parco Nord minaccia anche di querelare i cittadini per diffamazione nei confronti del personale che sta lavorando all’intervento. La risposta del comitato di cittadini non si è fatta attendere: «Sì può parlare di falso ideologico quando si afferma che la distruzione di centinaia di alberi e il massivo disboscamento di un’estesa area di parco venga operata a fini di riqualificazione di un fiume».