Arrestati ed espulsi: nessuna traccia della loro presenza

A Sesto e Cinisello sono fantasmi gli stranieri catturati a Perugia

Estremismo islamico e paura

Estremismo islamico e paura

Sesto San Giovanni (Milano), 25 marzo 2017 - La notizia dei nuovi arresti per terrorismo e dell’espulsione di un islamico che aveva legami con Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo ha fatto ripiombare i cittadini del Nord Milano nella paura. Lo spettro di Anis Amri, il terrorista di Berlino ucciso sul piazzale della Stazione di Sesto nella notte del 23 dicembre, è ancora ben presente nelle strade del Nord Milano. E le spiegazioni offerte fino ad ora dalle indagini internazionali non hanno del tutto convinto i cittadini del fatto che Amri si trovasse a Sesto per un caso. Che sul territorio l’estremismo islamico non abbia davvero attecchito.

Da giovedì sera, quando si è cominciato a parlare dell’espulsione di un tunisino di 36 anni che, secondo il Viminale, aveva residenza a Cinisello, le curiosità si rincorrono. Ieri si è scoperto che gli stranieri con legami con il Nord Milano in realtà sono due. Il secondo è un marocchino di 34 anni, domiciliato a Sesto, che è stato arrestato nella stessa operazione condotta dalla Polizia Postale di Perugia. Si cerca di capire chi siano e dove abbiano vissuto. In verità, le tracce sono pressoché nulle. Fantasmi pure loro. «Abbiamo appurato che la persona espulsa non aveva residenza in città e non vi sono tracce della sua presenza sul territorio – commenta il sindaco di Cinisello Siria Trezzi – Evidentemente il suo dev’essere stato un semplice passaggio dalla città. Ciò che conforta è sapere che i controlli sui rischi del terrorismo sono costanti e non sottovalutano alcun aspetto. Oggi che il terrorismo sta mostrando un volto così imprevedibile, è un bene sapere che le forze dell’ordine sono in grado di cogliere anche aspetti che a noi sarebbero impercettibili».

Nessun elemento concreto nemmeno sulla presenza a Sesto di Omar Nmichi, che viene definito domiciliato appunto a Sesto ma per il quale non si hanno tracce della sua residenza in città. Entrambi gli stranieri sono stati fermati con un’accusa di «apologia» di terrorismo. Un «disegno di associazione sovversiva» che utilizzava il web per fare proselitismo e cercare di raccogliere nuovi aderenti alla jihad.