Sesto San Giovanni, 13 maggio 2014 - Se tutto andrà bene, sarà l’ennesimo ritardo. Ma l’incertezza sulla gara d’appalto per la Città della salute e della ricerca tiene tutti con il fiato sospeso. Il sindaco Monica Chittò ha scritto una lettera al governatore Roberto Maroni: chiede aggiornamenti «con assoluta urgenza» sullo stato di fatto e sulle prospettive, dopo gli arresti sugli appalti truccati per Expo e sui tentativi, bloccati in extremis dalla procura di Milano, di condizionare l’assegnazione dei lavori per il polo ospedaliero.

Occorrono garanzie, per Chittò: «La nomina di una commissione di gara» che abbia al suo interno «figure indipendenti, di alto profilo». «È necessario garantire trasparenza e legalità — ha detto il sindaco —. Fin dalla firma dell’accordo di programma tra Comune e Regione, questo tema è stato al centro della nostra attenzione: ci siamo subito attivati con la Prefettura per sottoscrivere un protocollo di legalità, in grado di offrire garanzie di controllo aggiuntive rispetto a quelle ordinarie».

In consiglio regionale è anche la vicepresidente sestese Sara Valmaggi a chiedere «una nuova commissione aggiudicatrice degli appalti, prevedendo la presenza di professionisti qualificati, totalmente estranei al sistema di potere regionale». Per Valmaggi è anche necessario «che il complesso sistema regionale degli enti e delle società sia profondamente rivisto e semplificato per legge, a partire da Infrastrutture lombarde». Tuttavia potrebbe non essere sufficiente la nomina di nuovi commissari, peraltro già prevista dopo l’azzeramento della commissione aggiudicatrice che si era dimessa in blocco dopo l’arresto del direttore generale di Ilspa, Antonio Rognoni, avvenuto lo scorso marzo, ancora per appalti truccati e le consulenze assegnate dalla società pubblica.

I dubbi della Regione riguardano l’opportunità di proseguire nell’apertura delle buste, attualmente poste sotto sequestro: buste sigillate, come è stato rimarcato sin dalle prime ore, e che potrebbero tornare in mano a Ilspa per procedere all’assegnazione. Ma, per la procura di Milano, quell’asta è stata turbata sin dalla predisposizione del bando: la «cupola» riceveva anticipazioni e suggerimenti direttamente dal dg Rognoni che, dietro la promessa di un nuovo incarico prestigioso in Anas o in un’altra società pubblica, segnalava le migliorie che avrebbero dato più punteggio. Qualsiasi fosse l’esito della gara, tra l’altro, bisognerebbe mettere in conto possibili ricorsi che rallenterebbero ancora di più l’avvio dei lavori.

L’alternativa è azzerare tutto. Ma, anche in questo caso, non sarà semplice: bisognerà valutare se e come modificare il capitolato d’appalto o riproporre le stesse condizioni che hanno portato alla partecipazione di cordate composte dalle più importanti imprese del Paese. Tra i nomi circolati: oltre al sodalizio Maltauro-Manutencoop (finito nell’inchiesta), Impregilo, il Consorzio stabile Sis, Italiana Costruzioni, Cmb e Ccc. Tuttavia il consorzio emiliano Ccc è tra gli azionisti della società guidata da Davide Bizzi, proprietaria delle ex Falck, che ha ceduto e bonificherà a proprie spese la parte di area destinata ad ospitare la Città della salute e della ricerca.