Cologno Monzese (Milano), 25 aprile 2014 - Ha prima cercato di svuotare una vecchia cisterna piena di nafta. Poi, ancora con il liquido all’interno, con una fiamma ossidrica ha cominciato a tagliare il ferro con l’intento di recuperarlo e poi rivenderlo. Ma il calore della fiamme ha raggiunto il liquido, che ha preso fuoco. Così è scoppiato l’incendio che si è sviluppato ieri pomeriggio nel cortile di una fabbrica dismessa da anni in via Perugino. L’intervento immediato dei vigili del fuoco, arrivati in forze da Sesto San Giovanni, Milano e Gorgonzola, ha evitato che le fiamme si propagassero nei capannoni. Ma la nafta fuoriuscita è comunque finita nei tombini collegati alla fognatura.

L’uomo, un italiano che aveva avuto l’autorizzazione dalla proprietà dell’ex fabbrica di recuperare il ferro che si trovava al suo interno, è stato denunciato dalla Polizia locale per inquinamento ambientale. Un’operazione decisamente azzardata la sua, iniziata nelle prime ore del pomeriggio, quando è arrivato nella fabbrica con un muletto e ha spostato la cisterna arrugginita che con tutta probabilità veniva utilizzata per alimentare l’impianto di riscaldamento dei capannoni, quando erano ancora in funzione. Dopo averla posizionata sopra ad alcuni bancali in legno vicino a uno dei tombini nel cortile, l’ha forata così da far fuoriuscire il liquido che presumeva fosse ancora al suo interno. Senza neanche sapere di che tipo fosse.

Poi, probabilmente aiutato da qualcuno, ha cominciato a tagliare a metà la cisterna così da ricavare il ferro che poi avrebbe rivenduto. Ma il calore e le scintille provocate dal contatto tra la fiamma e il corpo della cisterna hanno scatenato le fiamme. Dal cortile si è subito alzata un’alta colonna di fumo nero visibile anche a chilometri di distanza, fino a Sesto San Giovanni.


In un primo momento l’uomo ha cercato di spegnere le fiamme con alcuni estintori. Quando ha però capito che non ci sarebbe riuscito, ha chiamato i pompieri. Sul posto, insieme ai vigili del fuoco, sono arrivati anche gli agenti della Polizia locale con il comandante Silvano Moioli, che hanno immediatamente contattato Arpa e Amiacque per cercare di capire se lo sversamento di liquido avvenuto sia prima dell’incendio che durante potesse aver creato problemi alla falda.

Una volta spente le fiamme, i tecnici hanno eseguito alcune rivelazioni che, per il momento, avrebbero escluso la contaminazione: la nafta dovrebbe essere finita nelle fognature senza intaccare le altre condotte dell’acqua. Rilievi e analisi del liquido continueranno anche nei prossimi giorni, così da tenere monitorata la situazione.

chiara.giaquinta@ilgiorno.net