di Andrea Guerra

Cinisello Balsamo (Milano), 17 aprile 2014 - «Quelli della Lega non hanno scoperto nulla di così sensazionale. Abbiamo avvisato polizia, questura e Comune del nostro trasferimento in via Frisia». La comunità islamica di Cinisello risponde alle accuse e al grido d’allarme lanciato dagli esponenti del Carroccio. Che dopo alcune segnalazioni di cittadini e un sopralluogo nell’area industriale alle spalle dell’ex liceo Peano avevano riacceso il dibattito sulla presenza di una moschea illegale in città.
La risposta arriva per bocca di Usama El Santawy, 29 anni, nato a Milano ma di origini egiziane, responsabile della comunità musulmana cittadina: «Come comunità stiamo attraversando una fase di passaggio, un nodo critico. Il nostro centro di via Fleming è stato chiuso, non per le proteste o le fiaccolate della Lega ma per alcuni cavilli burocratici che hanno spinto la proprietaria dell’immobile a sfrattarci - racconta il giovane islamico -. I nostri rapporti con l’amministrazione comunale sono cordiali. Il sindaco ci ha sempre ricordato il rispetto delle regole. Ed è quello che vogliamo anche noi».

Secondo Usama El Santawy non è vero che nel capannone di via Frisia, nuova sede dove la comunità vorrebbe instaurarsi, si svolgono preghiere e ritrovi: «Abbiamo affittato il capannone. E stiamo lavorando per presentare un progetto all’amministrazione comunale, così come ci era stato chiesto dal sindaco. Speriamo di poter regolarizzare la nostra presenza in quel luogo entro luglio, con l’avvio del Ramadan. Avevamo già concordato un appuntamento col sindaco ma abbiamo preferito rimandare per completare meglio il nostro progetto».

La questioneE, come aveva ricordato proprio sul Giorno il sindaco Siria Trezzi, è di natura urbanistica. Quel capannone, al momento, non ha una destinazione d’uso che consenta agli affittuari di sfruttarlo come luogo di culto e ritrovo: «Vero, ma facciamo alcune precisazioni. Non si tratta di una moschea - sottolinea El Santawy - Vogliamo realizzare un centro culturale, un posto dove la comunità possa ritrovarsi».

Un posto, secondo Usama, non segreto. «Apriremo le porte ai cinisellesi, per farci conoscere. Ci piacerebbe invitare le scuole, in modo che i bambini conoscano meglio la nostra cultura. Invito anche gli stessi leghisti a un nuovo confronto con noi. Un confronto diretto, leale, anche pubblico. È da anni che rivolgo questo invito ma sembra che quelli che hanno paura siano proprio loro», chiude Usama, precisando: «Al momento non stiamo facendo alcune attività. Vogliamo seguire le regole, come è giusto».

di Andrea Guerra