Cologno Monzese (Milano), 19 febbraio 2014 - Aperte finalmente le buste con le offerte. La commissione tecnica comunale ha individuato il vincitore dell’appalto rifiuti, che ovviamente non è la Sangalli. L’azienda di Monza, che per vincere la gara avrebbe concordato una stecca da 300 mila euro (50 mila incassati) con il vicesindaco Cantalupo e l’assessore Diaco, arrestati un mese fa per corruzione e turbativa d’asta, alla fine è arrivata quarta. Per arrivare all’assegnazione definitiva del servizio ci vorranno comunque mesi.

Ma un nome, da venerdì sera, c’è ed è quello della Ati (Associazione temporanea d’impresa) formata dalla Econord di Varese e dalla Zanetti Arturo & C. di Mapello, in provincia di Bergamo. La prima proprio in città gestisce l’impianto di compostaggio per il recupero di rifiuti della raccolta differenziata. Il nome della seconda, invece, compare nelle carte dell’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Monza e scaturita negli arresti eccellenti. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, infatti, il figlio del titolare (non indagato) sarebbe stato contattato come consulente esterno dal Comune per redigere il secondo bando dopo l’annullamento del primo.

L’Ati ha presentato un’offerta di circa 27 milioni e 800mila euro - il punteggio sull’offerta economica pesa per circa il 30%, mentre il 70% riguarda le caratteristiche tecniche - per effettuare sul territorio la raccolta per i prossimi sei anni. Altre cinque le aziende che hanno partecipato. Seconda è la Tradeco, seguita da Area Sud, che attualmente ha in gestione il servizio in proroga straordinaria fino a prossima assegnazione. Quinta Amsa, poi un’altra Ati. L’iter non è però concluso, dal momento che la commssione tecnica ha già inviato gli esiti della gara alla Procura di Monza. Senza contare il rischio di ricorsi da parte degli «sconfitti», proprio come avvenuto nel primo bando. Quella volta però, secondo l’impianto accusatorio, si trattò di una manovra studiata a tavolino dagli amministratori sotto inchiesta e funzionale al successo finale della Sangalli.

La guardia di finanza, intanto, torna a bussare al Comune di Cologno Monzese. Le Fiamme gialle, questa volta di di Milano, hanno puntato la lente su alcuni documenti urbanistici. In particolar modo, sul Cis 26 (Comparto di intervento strategico), atto che ha portato alla realizzazione dell’asilo nido di corso Roma. Ma se questa nuova visita sia o meno collegata all’inchiesta sul bando contestato non è ancora chiaro.

chiara.giaquinta@ilgiorno.net