Paderno Dugnano(Milano), 9 marzo 2014 - La Paderno che funziona c’è, a discapito della crisi e delle vicende giudiziarie. C’è, ha tanti volti. Uno di questi appartiene a Piero Gagliardo, amministratore delegato di Sme.Up, azienda informatica che non smette di ampliarsi e assumere. L’ultima acquisizione risale ai primi di febbraio: l’onda lunga dei successi padernesi è arrivata a Torino, nella sede della Ages (2,2 milioni di fatturato e 18 dipendenti). E le acquisizioni continueranno nel 2014: «Puntiamo a un fatturato consolidato di oltre 30 milioni di euro — dice Gagliardo — e ad aumentare ancora di più la nostra credibilità». Non solo: «L’anno scorso abbiamo assunto otto nuove persone».

La storia della Sme.Up (nata dall’unione nel 2013 di Query e Smea) è quella di un successo tutto italiano che può con orgoglio insegnare qualcosa anche all’estero. Lo dicono i numeri: 265 dipendenti, 120 nella sede di Paderno (ex Query) e 145 in quella Erbusco a Brescia (ex Smea fondata da Silvano Lancini, oggi presidente del gruppo); oltre 700 clienti soprattutto italiani. Tommy Hilfiger è l’eccezione, Pupa, Agrati, Mapei sono i pezzi grossi nel palmares Sme.Up. Con alcuni di loro i prodotti dell’azienda padernese volano oltre confine, fino in Russia, Cina, India e Brasile. «Alcuni clienti che vanno all’estero ci chiedono di creare partnership con società del posto, soprattutto dove l’aspetto informatico è più complesso».

La Sme.Up produce e gestisce software gestionali per le aziende. Strumenti indispensabili per ogni tipo di attività, di processo. Talmente fondamentali da finire anche (anci soprattutto) sugli smartphone. «Dal 2008 il mondo è cambiato — spiega Gagliardo — e le sfide sono epocali. L’Ict (Information and communication tecnology, ndr) tradizionale deve fare i conti con l’e-commerce, il cloud, le tecnologie mobile».

Tutto quanto può servire a rendere la gestione dell’azienda più semplice e immediata. In Italia la Sme.Up spicca, ma non è l’unica: «Il mercato italiano è fatto da tante piccole società, ma da soli non si va avanti». La storia della Query spiega perché: fondata a Cinisello nel 1986 dallo stesso Gagliardo (che per seguire la passione dei bit lascia un posto sicuro in banca) e altri tre soci, si fa conoscere grazie all’Erp (Enterprise resource planning) Star, «Abbiamo sempre sviluppato noi i nostri applicativi». Nel ’93 la prima acquisizione, Seco. «Query è cresciuta sempre gradualmente, badando a consolidarsi. Crescere comunque era fondamentale, quando si è troppo piccoli non si è concorrenziali».Nel ’97 l’incontro con la Smea di Lancini.

Un colpo di fulmine: le due società iniziano a condividere gli stessi laboratori. «Non è stato facile — ammette Gagliardo — bisogna fidarsi». Le due società camminano insieme per 15 anni. Nel 2002 il trasferimento da Cinisello a Paderno, «perché se hai bisogno di muoverti per il nord Italia non puoi permetterti l’ufficio vista guglie del Duomo». Finché nel 2013, dopo una lunga convivenza, arriva il matrimonio tra Smea e Query. E non è ancora finita.

valentina.bertuccio@ilgiorno.net