Sesto San Giovanni, 5 novembre 2013 - Filippo Penati si difende sul 'tesoretto' di 164 mila euro diviso tra diversi conti correnti bancari e spuntano 20 contratti di locazione tutti registrati e le rate del mutuo per la casa del figlio.

E' successo ieri alla ripresa del processo al Tribunale di Monza sul cosiddetto 'Sistema Sesto' che vede l'ex leader del Pd lombardo accusato di corruzione e finanziamento illecito al partito a vario titolo insieme ad altri 9 imputati per le presunte tangenti sulla riqualificazione delle ex aree dismesse Falck e Marelli, la gestione sospetta degli appalti della Milano - Serravalle e la 'cassaforte' elettorale della Fondazione Fare Metropoli.

Al banco dei testimoni gli uomini della Guardia di Finanza di Milano che hanno passato al setaccio i versamenti in contanti e assegni circolari eseguiti dal 2004 al 2011 sui conti correnti, alcuni intestati soltanto a Filippo Penati, altri cointestati con la madre o la moglie, di cui secondo i pm monzesi Franca Macchia e Walter Mapelli non è stato possibile risalire alla provenienza e che quindi potrebbero risultare provento dei reati.

"Sui conti correnti intestati a Penati e alla madre ci sono versamenti crescenti negli anni per complessivi 130.746 euro - ha dichiarato in aula un maresciallo della Finanza - mentre sul conto corrente cointestato alla moglie risultano altri versamenti per 33.250 euro". Pronta la risposta del difensore di Filippo Penati, l'avvocato Matteo Calori. "Non ci sono assolutamente versamenti di denaro contante che non sono tracciabili e di cui non si possa risalire alla provenienza. La Guardia di Finanza non è risalita alle locazioni di immobili riferibili alla madre e noi invece abbiamo 20 contratti regolarmente registrati".

"Gli assegni circolari che vengono riferiti all'acquisto di un immobile sono invece per pagare le rate del mutuo da 156 mila euro dell'appartamento acquistato da mia moglie a mio figlio" - ha poi aggiunto Penati, che è tornato a casa a prendere quel contratto di mutuo per depositarlo ai giudici.

"Non abbiamo fatto la visura dei contratti di locazione perchè non risultavano importi che si ripetevano in maniera costante - si è giustificato il finanziere - e gli accertamenti sono arrivati in ritardo perchè le banche ci hanno messo tanto tempo a rispondere. Addirittura una banca, la Unipol, ha negato che ci fossero rapporti intercorrenti con Penati. Poi, quando abbiamo scoperto un assegno versato su un loro conto corrente, ha ammesso che esisteva questo conto e che avevano fatto un errore". I finanzieri hanno infine confermato che a Penati non sono stati scoperti conti correnti all'estero e che nessuna rogatoria internazionale è stata avviata.