Bresso, 9 agosto 2013 - Quattordici mesi. Da tanto i vigili di Bresso aspettano di vedere in busta paga gli straordinari effettuati il giorno della visita del Papa sul palco del Parco Nord. Era il 3 giugno 2012 quando Ratzinger salutò la folla di famiglie giunte da tutto il mondo per il Family Day, la stessa folla che si era riversata — prima e dopo il grande evento — per le strade del piccolissimo Comune del Nord Milano. Un super lavoro aveva coinvolto gli agenti di polizia locale, che da allora hanno rivendicato il diritto di vederselo riconoscere e accreditare.

Sotto l’amministrazione di Fortunato Zinni qualcosa si era sbloccato, ma a scapito del pagamento di altri straordinari, pure richiesti con ordini di servizio ad hoc. L’idea del Comune era di coprire il dovuto per il lavoro svolto con l’arrivo del Papa con il fondo a disposizione per le ore straordinarie, che però si sarebbe svuotato. Per rimpinguarlo sarebbe bastato sfruttare gli undicimila euro arrivati in città nell’ambito del progetto «Bresso sicura».

Col cambio della guardia in municipio e l’elezione di Ugo Vecchiarelli la vertenza sindacale si è fermata. «Ho presentato le nostre istanze a tutti i candidati sindaci — spiega Simone Negri, segretario Sulpm —. Poi però, complice anche l’arrivo dell’estate, si è fermato tutto». Non solo. Al di là del confronto politico, serve poi la messa in pratica amministrativa e la città di Bresso non ha ancora potuto scegliere il suo segretario comunale. Se ne riparlerà dopo le vacanze, con la rentrée di settembre. E non si parlerà solo di straordinari. Sul tavolo della trattativa c’è, più in generale, l’organizzazione del lavoro: «Siamo sotto organico di almeno 4 unità — prosegue Negri —. Al momento siamo in venti, compreso il comandante, due ufficiali e l’agente distaccato all’Ufficio commercio».

Pochi e super impegnati. «Svolgiamo tre turni, l’ultimo inizia alle 18 e termina alle 23.50: una sola pattuglia, senza nessuno in centrale, in giro per la città. Ma è inutile». Lo dicono le cifre: in due anni 15 incidenti. «Niente, praticamente. Niente di cui non si possano occupare le altre forze dell’ordine. Perderemmo 20, 30 euro in busta paga al mese ma almeno potremmo riorganizzare i due turni fino alle 20 in modo più razionale. Questo ci consentirebbe un lavoro più sereno e una maggiore crescita professionale». Ogni decisione è rimandata a settembre, quando il consiglio tornerà a riunirsi e anche a Cinisello la macchina amministrativa entrerà finalmente nel vivo.

valentina.bertuccio@ilgiorno.net