Cologno Monzese, 5 luglio 2013 - "Non ci credo ancora che è successo. Ho ancora davanti agli occhi la scena di mia moglie morta. Io ho la coscienza tranquilla e voglio essere lasciato con il mio dolore".
E' un uomo distrutto Zef Lleshi, l'albanese di 29 anni indagato di omicidio volontario perchè accusato di avere lanciato dalla finestra del loro appartamento al nono piano di un condominio a Cologno Monzese la moglie Silvana Hyseni, dopo l'ennesimo litigio perchè la donna mal sopportava le scappatelle del coniuge. Il gip del Tribunale di Monza l'ha scarcerato perchè non ha ritenuti gravi e univoci gli indizi di colpevolezza nei suoi confronti, ma l'albanese non dimostra di essere contento per essere tornato in libertà. E per il momento lascia al suo difensore, l'avvocato Francesco Mongiu, la battaglia legale per dimostrare la sua innocenza.

Per dimostrare che non ha ucciso sua moglie, ma che è stata la donna a lanciarsi nel vuoto per una crisi di gelosia. Il legale di Lleshi ha presentato alla Procura di Monza un esposto per falsità ideologica nei confronti del medico legale che ha certificato il decesso di Silvana Hyseni in quanto nel referto avrebbe aggiunto che "poco prima nell'abitazione c'è stata lite tra defunta e marito", particolari neanche confermati dalle indagini e che comunque non spettava al medico riferire nel documento di costatazione di morte. L'avvocato ha anche presentato un esposto per false dichiarazioni nei confronti della suocera di Zef Lleshi, che ai carabinieri ha riferito come una volta in passato il genero aveva già minacciato di lanciare dalla finestra la moglie sollevandola di peso. Un'altra circostanza che non corrisponde a realtà per l'albanese. "Mia moglie l'ho conosciuta a La Spezia dove avevo una ditta edile e dove lei si trovava in una comunità perchè l'avevano allontanata proprio dalla madre che la istigava a prostituirsi - ha dichiarato Zef Lleshi - Mi avevano detto di portarla via e per questo ho chiuso l'azienda e ci siamo trasferiti in Lombardia circa 4 anni fa. Anche se io qua avevo poco lavoro. Cosa farò ora? Intanto dormo da un amico perchè non posso rientrare a casa".

di Stefania Totaro