di Laura Lana

Sesto San Giovanni, 11 giugno 2013 - Un anno fa era Quarzo contro Sesto Immobiliare. Oggi si legge al contrario: Sesto Immobiliare contro Quarzo. In mezzo, il Comune e le vecchie acciaierie: le ex Falck del gruppo Bizzi e il Vulcano di Edoardo Caltagirone. La matassa diventa sempre più annodata: non solo la complessità urbanistica e burocratica dell’iter di riqualificazione, ma anche una pioggia di ricorsi. C’è quello di settembre presentato al Tar della Lombardia da alcune società del gruppo Caltagirone (Quarzo 1990, Malenco, Consorzio Vulcano, Esiodo e Taras): avevano impugnato gli atti finali della procedura del piano Falck (delibera di Giunta e accordo di programma con la Regione), accusando l’amministrazione di aver usato modalità di trattamento diverse, migliori nei confronti di Sesto Immobiliare.

Mentre si aspetta l’esito, la Giunta si è trovata ora a discutere un nuovo ricorso. Quello straordinario al Capo dello Stato, promosso stavolta dalla proprietà delle ex Falck per chiedere l’annullamento di un documento di novembre con cui si ratifica la proposta di variante presentata dalla società Quarzo per il pezzo di area Vulcano, dove quest’estate apriranno i cantieri per il polo di ricerca e produzione firmato Alstom. Un iter, nel piano di recupero del comprensorio, che secondo Sesto Immobiliare è viziato nella forma. «Eccesso di potere», «violazione di legge» e «difetto di motivazione» tra le contestazioni che si leggono nella delibera con cui la Giunta conferma di resistere in via amministrativa.

«Nel ricorso si parla di iter irrituale - spiega l’assessore all’Urbanistica Edoardo Marini -. La legge non parla propriamente di variante. Noi abbiamo scelto questa procedura perché meno onerosa, più snella e rapida. La variante al piano attuativo si è resa necessaria per localizzare l’attività produttiva. C’è stata così l’attivazione del procedimento Suap (sportello unico attività produttive, ndr) attraverso istanza di adeguamento urbanistico. Del resto le Suap nascono per le modifiche di piano». In sostanza, arriva un’impresa che dice «Voglio aprire un capannone, ma mi manca l’area». Così si va alla ricerca del terreno. E si predispongono gli strumenti perché quello spazio possa ospitare quell’azienda. Il ricorso rimette la palla al centro nella serie di contenziosi con il «concorrente» Caltagirone.

Un ricorso «debole» lo definisce l’avvocato Paolo Sabbioni, legale di fiducia del Comune per l’urbanistica. «Non appare particolarmente fondato né sotto il profilo dell’interesse di agire né sotto il profilo di merito», scrive. Perché «in fondo la vicinatas è invocata solo per avere un vantaggio di mercato rispetto a destinazioni analoghe consentite alla controinteressata». E perché, nel periodo aperto per le osservazioni, nulla era stato sollevato da Sesto Immobiliare.

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