Sesto San Giovanni, 2 giugno 2013 - «Per adesso non mi risultano cambi di programma...». Il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris sa benissimo che la scelta delle aree ex Falck di Sesto San Giovanni come location per la Città della Salute è tornata in discussione, ma attende comunicazioni ufficiali: «Se venissero confermate le difficoltà emerse in questi giorni — precisa — il Comune è pronto a risedersi a un tavolo con Regione Lombardia e Comune di Sesto per trovare una soluzione». Del resto, nel giugno 2012, era stato proprio l’allora governatore Roberto Formigoni a mettere fuori dai giochi Milano, che proponeva la caserma Perrucchetti come alternativa. Come dire: se ora hanno di nuovo bisogno di noi, chiamino pure. La risposta? «Noi abbiamo un unico faro», chiarisce De Cesaris.

Vale a dire?
«La sanità milanese e lombarda. La questione della Città della Salute non deve diventare un problema di aree, non si può ridurre la discussione alla diatriba “la metto qui o la metto lì”...».
 

Ma da qualche parte bisognerà pure metterla la Città della Salute, o no?
«Una sede c’è già: le aree ex Falck di Sesto San Giovanni, come deciso da Regione Lombardia un anno fa».
 

Ma ora tutto è tornato in discussione.
«Noi siamo disponibili a riaprire la discussione, con una premessa fondamentale: le risorse pubbliche appostate per la Città della Salute potrebbero essere le ultime a disposizione per i prossimi anni, quindi bisogna scegliere con oculatezza come e dove investirle. Tenendo conto ovviamente del rispetto del territorio. E di un’emergenza».
 

Quale?
«Quella che sta vivendo una struttura d’eccellenza come l’Istituto Besta: non si può aspettare ancora, bisogna smettere di litigare e affrontare l’argomento in maniera seria e approfondita. Le domande da porsi devono essere solo: “Cos’è meglio per il Besta? Cos’è meglio per l’Istituto dei Tumori?”».
Un anno fa, il Comune di Milano aveva proposto la caserma Perrucchetti come possibile location della

Città della Salute: ipotesi ancora percorribile?
«Sulle caserme c’è un discorso aperto tra il Comune e il Ministero della Difesa sulla valorizzazione degli ex spazi militari: purtroppo, non tutto è semplice da realizzare. Comunque, ripeto: la discussione non va confinata a un problema di aree, bisogna pensare alla sanità lombarda. Anche perché la situazione è così delicata in questo momento che non si può scherzare con i soldi pubblici: l’amministrazione è pronta a riaprire il dialogo per dare il proprio contributo».

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