Sesto San Giovanni, 26 febbraio 2013 - In tempo di crisi, piange anche il piattino delle offerte. È proprio il caso di dirlo, ad ascoltare don Giovanni Brigatti e a leggere il foglio della Messa di domenica mattina, distribuito alla basilica di Santo Stefano. Il rischio concreto è quello di dover razionalizzare il servizio. Tradotto? «Più celebrazioni nella piccola chiesa dell’Assunta e meno nella basilica di piazza Petazzi».
In media, ciascun fedele la domenica lascia nella cassetta delle offerte 45 centesimi. I calcoli li hanno fatti per bene alla parrocchia. Che drizza le antenne e si mette in allarme. Perché una cifra così bassa, seppur di media, non c’era mai stata. Tutta colpa della congiuntura che mette in difficoltà le famiglie. Il prevosto lo sa bene, eppure alla sua comunità chiede un piccolo sforzo. Basta una sola moneta per arrivare a donare un euro ogni settimana.
 

«Le offerte sono molto diminuite ed è comprensibile — premette il prevosto — È utile però rinnovare in tutti la coscienza che la parrocchia vive solo grazie alle offerte dei fedeli». E, se queste non ci sono o diminuiscono drasticamente, allora a calare sarà anche il numero di Messe celebrate nella basilica del centro storico. Così le cerimonie potrebbero sempre più svolgersi nella piccola chiesetta di via Dante, quella dell’Assunta, da sempre molto cara ai sestesi. «Se le offerte non ci sono, siamo costretti a diminuire il servizio».

Questo il messaggio forte e chiaro, che i fedeli hanno potuto leggere domenica sul foglio che lanciava però anche una soluzione. «Viene spontanea una richiesta — spiega don Brigatti insieme agli altri rappresentanti della chiesa sestese — Alla domenica ogni adulto e ogni giovane diano almeno un euro a testa. Ora invece l’offerta media è bassissima, 45 centesimi». Tempi difficili. Anche nelle altre parrocchie le offerte sono sempre minori. Lo sa bene la chiesa Maria Ausiliatrice della Rondinella, che da due anni sta cercando di raccogliere tra i fedeli i fondi necessari a riqualificare l’edificio che presenta sempre più delle carenze strutturali. Del resto, la stessa riqualificazione esterna di Santo Stefano era stata resa possibile proprio dalla donazione di un anonimo benefattore.
 

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