Milano, 9 febbraio 2013 - «Le norme sono all’avanguardia, manca l’applicazione». Il solito copione all’italiana. Se, però, si parla di prevenzione antincendio, il mancato rispetto delle regole può provocare tragedie. Lodi, Casorezzo, Cinisello Balsamo: 8 morti in pochi giorni. Camini, stufe, impianti elettrici difettosi. «Al di là dei singoli casi ancora in fase di accertamento — fa sapere Francesco Milia, titolare del Gruppo Tecnico Professionale specializzato in antincendio e sicurezza e membro del Comitato regionale dell’Ordine degli ingegneri lombardi — le verifiche sono lasciate alla coscienza del singolo, che tende a sottovalutare i pericoli in casa».

Cosa prescrive la legge?
«Il quadro normativo di riferimento lo dà il decreto 151 del 2011, che riporta l’elenco delle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi da parte dei vigili del fuoco: locali di pubblico spettacolo, strutture sanitarie, scuole, ecc. Categorie suddivise in base al rischio: classi A, B e C».

E le abitazioni?
«Nella lista figurano gli edifici a uso civile con altezza antincendio superiore a 24 metri, nonché le centrali termiche con potenza superiore a 116 kW».

Come funziona in questi casi?
«I vigili del fuoco devono rilasciare l’ex certificato di Prevenzione incendi per le sole attività di categoria C (rischio alto), con la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività, ndr); nel caso di stabili inseriti in classe A (fino a 32 metri, ndr), il compito è delegato agli operatori del settore, ad esempio il mio gruppo».

Dopo il placet iniziale, bisogna controllare che poi tutto resti in regola, o no?
«Dalla data di presentazione della SCIA deve essere eseguito il rinnovo ogni 10 anni per gli edifici di civile abitazione; per le altre attività, il rinnovo dev’essere eseguito ogni 5 anni».

E accade?
«Non sempre: molte volte, le aziende hanno certificati scaduti da tempo».

E le case di altezza inferiore a 24 metri?
«Non sono soggette al controllo dei vigili del fuoco, tuttavia sicurezza e prevenzione sono affidate agli amministratori di condominio piuttosto che ai singoli proprietari».

Caldaie in casa e centrali termiche per il riscaldamento centralizzato: chi controlla?
«Le verifiche sono a dir poco carenti. E chi deve farle si muove su segnalazione del singolo cittadino o, purtroppo, quando scoppia un incendio e il caso viene fuori».

In che condizioni sono caldaie e impianti elettrici in Lombardia?
«Generalmente buone, ma capita di frequente di trovare situazioni fuori dalla regola: la gente sottovaluta i rischi che si annidano in casa».
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