di Laura Lana

Sesto San Giovanni, 10 novembre  2012 — Doveva essere un’operazione indolore. Almeno, secondo gli annunci di due anni fa, quando i Comuni soci decisero di mettere in liquidazione il Consorzio Trasporti Pubblici. Tuttavia, oggi, il lavoro del liquidatore Bruno Vergallo sembra tutt’altro che concluso. Per le cause legali, che sono raddoppiate. E per i costi di struttura. Che in proporzione all’attività svolta sono più alti del passato.

Nonostante il Ctp sia in liquidazione, non abbia più lavoro né dipendenti e non faccia investimenti. Così, nel bilancio di esercizio dell’anno 2011 che lunedì sera sarà presentato in consiglio, si legge che le spese generali ammontano a 253.297 euro su un totale di 513mila euro di costi di produzione. Un valore che non si discosta troppo da quelli del Ctp in attività.

Nel 2001 le spese generali del consorzio erano di 253mila euro, nel 2002 di 145mila, nel 2003 di 142mila, per scendere a 128mila nel 2004. Nel 2009 la gestione della macchina era costata 390mila euro, ma il consorzio era arrivato a vantare un valore di produzione superiore ai 10 milioni. Dal 2001 al 2009, la produzione non è mai stata sotto i 3 milioni e l’incidenza delle spese generali su di essa era assestata sul 4 per cento.

Dalla fine del 2011 le mansioni del Ctp sono state di fatto azzerate con la soppressione delle linee cimiteriali (non sostituite) e l’affidamento della navetta per i bambini del Villaggio Falck dall’amministrazione all’azienda Perego tramite cottimo fiduciario. La considerazione è facile. Se con i trasporti il Ctp aveva una marginalità netta di circa il 3 per cento, con gli utili della sosta a pagamento (gestita dalla cooperativa Lo Sciame dal 2010) venivano abbattute proprio le spese generali di struttura. Ad aumentare, oggi, sarebbero anche le spese per la consulenza fiscale. Se il vecchio Cda pagava 9mila euro lo Studio Vergallo per supportare la redazione dei bilanci, oggi si sarebbe arrivati a spendere 17mila euro.

In questo quadro, mancherebbe poi lo «stipendio» del liquidatore, cioè quanto sta costando ai Comuni l’operazione. Il 31 dicembre il Ctp sarebbe andato a naturale scadenza. Presumibilmente, dopo questa data, la liquidazione sarà invece ancora in corso. Nella relazione il dottor Vergallo scrive infatti che «sarà la modalità di soluzione» dei contenziosi «a determinare costi e tempi della liquidazione». Senza soluzione transattiva, «sarebbero considerevolmente incrementati».

laura.lana@ilgiorno.net