Sesto San Giovanni, 9 novembre 2012 - L'arresto dell’architetto Renato Sarno, le accuse all’ex direttore generale Marco Bertoli. Ma il nuovo filone di indagine aperto con la consulenza che, secondo la Procura di Monza, sarebbe stata imposta all’imprenditore Edoardo Caltagirone sul progetto «Vulcano», è tutt’altro che esaurito. Di episodi da approfondire ce ne sono parecchi. Delle possibili mire sulle aree dismesse Falck, quelle che la Risanamento di Luigi Zunino, all’epoca delle intercettazioni telefoniche tra i due indagati, aveva appena ceduto alla cordata di Davide Bizzi, si era già detto: «Io a metà settimana vedo Piano a Parigi e quando torno, se ci vediamo, fa bene alla salute» dice Bertoli, nel novembre del 2010, a Sarno. Che, tre mesi dopo, annuncia a un amico ingegnere: «Può darsi che c’è qualche notizia di lavoro buono... una è l’area Falck, dove dovremmo essere parte attiva del progetto». Ma c’è anche da verificare la correttezza degli atti amministrativi del Comune, negli iter urbanistici come nell’assegnazione di incarichi, consulenze, gare d’appalto. Se le conversazioni intercettate hanno poi avuto un seguito, o sono rimaste solo chiacchiere al vento.
 

È il 9 febbraio del 2011 quando Bertoli, conversando con l’assessore Pasqualino Di Leva, parla del nuovo segretario generale Mario Spoto: «Ha una riunione con te su Energie locali. Io gli ho raccomandato di fare un pensiero, l’ho trovato assolutamente disponibile, se possibile evitare future gare e procedere per affidamenti diretti in maniera che evitiamo rotture... di vario genere tipo razza e condizione... lui ha detto che ci pensava su, che secondo lui è possibile (...) se riusciamo a evitare gare ovviamente è meglio».

Poi Bertoli dice di aver rassicurato Spoto, «tu non preoccuparti.... che se riusciamo con le nostre società a evitare rotture ovviamente... preferiamo di gran lunga, insomma, avere con te atteggiamenti, come dire, di complicità professionale». Il 16 maggio, annotano i finanzieri, «Bertoli chiama Spoto e gli chiede: “Novaresi non ha bisogno di nulla, di consulenze?”. Spoto dice no, e che siccome l’incarico deve darlo Fabbri (il dirigente al settore Ambiente, ndr) è opportuno che decida lui. A questo punto Bertoli dice: “sì, beh... il nome, cognome, indirizzo e numero di telefono glielo diamo noi, eh? lui non sa... da che parte girarsi” e Spoto dice di avere “una persona di fiducia”, che fa il lavoro in tempi brevi e che ha già lavorato con lui, “che ha fatto le Vas in altri Comuni”».
 

patrizia.longo@ilgiorno.net