di Patrizia Longo

Sesto San Giovanni, 5 ottobre 2012 — L’interramento dell’elettrodotto, tra via Adriano e via Manin, può essere realizzato. Il responso della società Terna, incaricata di effettuare uno studio di fattibilità sull’intervento, richiesto dai cittadini della zona a cavallo tra Cascina Gatti e Milano, è la prima buona notizia per il Comitato di via Sottocorno. Che, da qualche mese, si è costituito formalmente per portare avanti una battaglia avviata ormai quattordici anni fa, con le prime denunce sui rischi da elettrosmog.

«Lo immaginavamo, perché quelle linee attraversano terreni a prato di proprietà pubblica — sottolinea Massimiliano Corraini, portavoce dell’associazione — ma la speranza è diventata qualcosa di più. Per questo ora chiediamo di procedere con decisione su questa strada». Il Comitato ha chiesto all’amministrazione sestese di riprendere il confronto con il comune di Milano, avviato la scorsa primavera, per procedere con decisione sulla strada dell’interramento. «Innanzitutto Terna si è detta disponibile ad elaborare il progetto vero e proprio, che definirebbe costi e modalità dei lavori e che deve essere presentato al ministero per l’autorizzazione — spiega Corraini — Per questo progetto occorrono 12mila e 500 euro: chiediamo che se ne facciano carico i due Comuni».

In attesa di un intervento che, comunque, si preannuncia in tempi molto lunghi, tanto altro si può fare per l’associazione di via Sottocorno: «Ci è stato che le due linee, originariamente di due operatori differenti, sono sottoutilizzate — rimarca Corraini — Si può fare un piano di razionalizzazione, per eliminarne almeno una, quella più vicina alle case».

I fili dell’alta tensione, infatti, corrono tra i sette e i quindici metri appena di distanza. «Quel che ci fa rabbia è che l’interramento poteva già avvenire, prolungando i lavori effettuati nel nuovo quartiere residenziale — dice Luciano Cazzin, che con il Comitato Adriano ha più volte sollevato il problema elettrosmog — Non si può badare solo ai costi, quando c’è di mezzo la salute della gente. Adesso bisogna ricominciare tutto l’iter. Che almeno facciano dei monitoraggi, sia sulla parte già interrata che su quella esterna, non occasionalmente ma in modo costante».

L’associazione si è anche proposta per partecipare attivamente alla creazione del parco della Media valle del Lambro, con piantumazioni a bosco, coinvolgendo i bambini del quartiere: «Prenderemo contatti con l’ente parco — dice Corraini — Noi siamo disponibili anche a farci carico delle manutenzioni, in particolare delle irrigazioni: basterebbe realizzare qualche pozzetto. Così il parco diventerebbe finalmente una realtà, non solo sulla carta».

patrizia.longo@ilgiorno.net