Paderno Dugnnao, 26 settembre 2012 - Chiuso fuori da casa sua, costretto a chiedere ospitalità ad amici o, addirittura, a dormire nel suo negozio. L’odissea di Giovanni Capuano, panettiere di Paderno Dugnano, inizia due anni fa. «Avevo dato in affitto a una famiglia di origine romena un appartamento che avevo comprato con un socio a Lissone. Ci siamo sempre trovati benissimo con loro e hanno pagato il canone regolarmente. Quando sono venuti da me a consegnare le chiavi perché si sarebbero trasferiti abbiamo trovato un’altra affittuaria, una signora marocchina. Ci fidavamo e abbiamo siglato il contratto».

Trecentocinquanta euro al mese, per quattro anni più quattro. Ma da giugno 2010 a febbraio 2011 non arriva un euro. «Un solo assegno, emesso il 10 settembre, ma che è risultato scoperto». E così, nel febbraio nel 2011, tramite avvocato il proprietario dell’appartamento chiede la risoluzione immediata del contratto. L’affittuaria li ricontatta e paga le rate da gennaio 2011 a settembre 2011. Poi il silenzio. «Più volte abbiamo suonato il campanello ma non abbiamo avuto risposta né trovato persone all’interno dei locali. Il telefono della signora non dava segni di vita». Il 6 marzo di quest’anno una nuova sorpresa: «I vicini ci hanno chiamato perché la porta d’ingresso era socchiusa e c’erano segni di effrazione — spiega il proprietario —. All’interno dell’appartamento non c’era nessuno e mancava parte del mobilio: i materassi, una cassettiera, un armadio e un letto». Degli inquilini nessuna traccia, nemmeno un vestito. Il proprietario bussa alle porte dei carabinieri e presenta querela nei confronti di ignoti, ricostruendo la vicenda.
 

Sistemata la porta, Capuano chiede ai vicini di essere contattare se qualcuno si fosse palesato. «Ci chiama un signore qualche giorno dopo dicendoci che nel mese di marzo la locataria sarebbe rientrata dal Marocco, abbiamo avvisato che era stata avviata la pratica di sfratto e che, se avesse bisogno delle chiavi, erano a disposizione». L’affittuaria però non richiama, non è in casa e nessuno quindi riceve le notifiche. Le pratiche si bloccano per irreperibilità della donna e perché anche il suo avvocato aveva rescisso il mandato ad assisterla. Passano i mesi. Capuano, stanco della situazione e ormai convinto che la signora non sarebbe più tornata, a settembre decide di trasferirsi da Paderno a Lissone, proprio in quell’appartamento (che in quegli anni gli è costato troppo) e porta lì la sua residenza: lo tinteggia, lo arreda con mobili nuovi, una cucina, due divani, letto e tivù, e cambia la serratura danneggiata. Ma al momento di entrare a viverci, l’ennesima sorpresa: qualcuno aveva forzato l’inferriata ed era entrato nei locali, danneggiando la tapparella e rompendo il vetro della finestra.

Sul posto i carabinieri. I vecchi inquilini sono tornati e, non avendo ricevuto le notifiche di sfratto e rivalendosi sul vecchio contratto, «sfrattano» il vero proprietario che oggi si trova senza casa. Le precedenti querele diventano carta straccia. «Adesso loro abitano in casa mia, con i mobili nuovi e io sono fuori — scuote la testa Capuano —. È un paradosso. Devo iniziare tutto da capo. E, con le leggi italiane, la situazione rimarrà bloccata per almeno un anno e mezzo».

di Simona Ballatore