Cinisello Balsamo, 13 Luglio 2012 - "Ammetto le mie responsabilità e chiedo scusa alle vittime".
Per evitare la condanna all'ergastolo ha confessato di essere il maniaco del garage degli orrori e ha ottenuto la condanna a 20 anni di reclusione Antonio Giordano, il muratore di 44 anni di Cinisello Balsamo che adescava le 'lucciole' per sottoporle alle sevizie di un sesso estremo fatto di incaprettamenti con i cavi elettrici, lame di coltello e cocaina nel box che aveva preso in affitto in vicolo Villa Rachele. Lo stesso garage dove nel maggio del 2011 è stata trovata morta un'altra prostituta, questa volta romena, Gianina Viorica Ganfalianu, strozzata dal filo di plastica che il muratore gli aveva stretto intorno al collo, ai polsi e alle caviglie.
A condannare Antonio Giordano nel processo con il rito abbreviato è stata il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Giuseppina Barbara. L'imputato, ancora detenuto in carcere, è stato anche condannato a pagare un risarcimento dei danni con una provvisionale immediatamente esecutiva di 250mila euro al fratello di Gianina, che dalla Romania è venuto in Italia per costituirsi parte civile al processo.
Il muratore doveva rispondere, oltre che del reato iniziale di omicidio volontario aggravato dalle sevizie, anche di quelli relativi ad altre tre parti offese, due ghanesi e un'italiana: sequestro di persona, violenza sessuale consumata e tentata e rapina di un telefonino e dell'incasso nei confronti delle prostitute che fortunatamente erano riuscite a sottrarsi al 'gioco mortale' del quarantaquattrenne.
Il pm monzese Franca Macchia, che è titolare dell'inchiesta sul garage degli orrori, aveva chiesto per Giordano la condanna a 30 anni di reclusione, concedendogli le attenuanti generiche solo dopo che l'imputato ha confessato in aula, che facevano scendere la pena dall'ergastolo a 30 anni di reclusione con lo 'sconto' di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato. Il giudice ha invece deciso di concedere al muratore le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante contestata e la pena è scesa a 20 anni di reclusione.
"Siamo soddisfatti della sentenza - sostengono gli avvocati Massimo Bordon e Giancarlo Cozzi di Monza, difensori di Antonio Giordano - A parte un cono d'ombra che è rimasto nel processo perchè ci sono dei testimoni secondo cui Giordano non era nel garage nell'ora in cui la ragazza romena è stata uccisa. Valuteremo un ricorso in appello".
di Stefania Totaro
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