Sesto San Giovanni, 13 giugno 2012 - Fino all'ultimo hanno cercato di intrallazzare. Anche quando ormai l’inchiesta della Procura si apprestava a scoperchiare il presunto Sistema Sesto. È quanto si legge in una richiesta di proroga delle intercettazioni telefoniche, firmata dai pm di Monza e depositata tra gli atti dell’indagine appena chiusa sull’ex vicepresidente del consiglio regionale lombardo Filippo Penati e altri 22 indagati.

«Circa un anno fa quando erano “ancora in atto’’ decisioni sulle aree edificabili sui terreni una volta occupati da Falck e Marelli - sottolineano i pm - sono state intercettate conversazioni che hanno confermato (...) la verosimile esistenza di accordi illeciti». Citate alcune telefonate, come quella tra Giordano Vimercati, ex braccio destro di Penati, e Marco Bertoli, ex direttore generale del Comune di Sesto, in cui «si dà conto dell’esistenza di “diplomazie segrete”». In un’altra richiesta di proroga delle intercettazioni, datata 3 giugno 2011, si parla di «condizione di sudditanza e dipendenza economica di Pasini (imprenditore gola profonda del Sistema, ndr)» durante «la fase calda della gestione del piano Marelli» e, tra l’altro, della «spregiudicatezza operativa delle cooperative (...) nell’acquisizione di lavori».

Che ritorna nelle parole di Piero Di Caterina, l’altro accusatore, che il 15 luglio parlando con Paolo Fondrini, concessionario d’auto, a proposito di una variante della giunta sull’area Marelli dice: «Loro (il Comune, ndr) la portano avanti perché strozzando il Pasini stanno facendo finire questi 60mila metri di residenza alle coop, con l’idea di portargli via proprio tutto e di dare tutto alle cooperative». Anche quando le aree dismesse Falck erano passate al Gruppo Bizzi, si tentarono pressioni. Un anno fa il consigliere Pdl Antonio Lamiranda raccontava a Pasini in una conversazione intercettata: «Mi han detto che Di Leva (ex assessore all’Edilizia Privata, arrestato il 25 agosto, ndr) ha chiesto addirittura che (Bizzi, ndr) si comprasse le testate di Caltagirone», ovvero due periodici locali, condizione per la riqualificazione.

«E lì - continua Lamiranda — hanno rotto le trattative, è dovuto intervenire quello delle cooperative emiliane... che ha fatto chiamare Roma, che Roma ha chiamato (...) Bertoli, e l’hanno rimesso in riga immediatamente. “Evitate ’sti casini prima che qua si rompe tutto”». Proprio per Di Leva con altri sei indagati, fra cui il precedente proprietario delle Falck Luigi Zunino e gli stessi Pasini e Di Caterina, oggi ci sarà l’udienza preliminare per le presunte mazzette sulle licenze a costruire. Tra le accuse, concorso in corruzione, false fatturazioni ed evasione fiscale. E se Penati non ha voluto rilasciare dichiarazioni, «Parlo solo alle tv», il Pdl polemizza contro il disegno di legge anticorruzione del Governo, che lo salverebbe, riducendo i tempi di prescrizione.

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