di Chiara Giaquinta

Cologno Monzese, 27 maggio 2012 - Da una parte la bonifica dell'area che, se tutto andrà come stabilito, potrebbe avere inizio con i primi mesi del 2013. Dall'altra l'approvazione del Piano di governo del territorio, ormai pronto per essere discusso in Consiglio comunale e che prev ede una uova soluzione per la riqualificazione dell'area. Corre su due binari paralleli che potrebbero presto incontrarsi il futuro della ex legatoria Torriani, dal 1906 punto di riferimento per gran parte della produzione libraria del Novecento italiano, con la chiusura del 2005 diventata area dismessa a rischio per la presenza di amianto. Secondo il Comune e l'Asl la situazione è sotto controllo. O per meglio dire, è tenuta sotto stretta osservazione.

Dopo un iter durato diversi mesi, avviato anche in base alle segnalazioni della stessa amministrazione e dei cittadini, l'Asl ha chiesto ai proprietari di presentare un piano di bonifica in tempi brevi. Entro qualche settimana il documento dovrebbe arrivare sul tavolo del dipartimento che si occupa di Sicurezza ambientale e salute. Dopo la valutazione dei tecnici e l'approvazione, i proprietari dovranno procedere con la rimozione del materiale. «Se tutto andrà come previsto, entro il 2013 le opere di bonifica dovrebbero prendere il via - spiega il sindaco Mario Soldano - Siamo in contatto sia con Asl che con i proprietari dell'area per risolvere la questione. È negli interessi del Comune e dei cittadini che la situazione si risolva nel più breve tempo possibile visto anche il passato travagliato di questa area».

Le cose, in effetti, non dovevano andare così: un progetto per ridisegnare l'area di corso Roma, abbattere i capannoni e fare spazio a un nuovo e moderno quartiere, è pronto fin dal 2008. Nel novembre di quell'anno, infatti, il Consiglio comunale aveva approvato il progetto firmato dall'architetto sestese Giancarlo Marzorati in cui era prevista la realizzazione di edifici privati e di edilizia sociale insieme a nuove opere pubbliche per un valore di circa 24 milioni. Ma nel 2009, quando Comune e proprietà privata erano pronti per la firma della convenzione che avrebbe fatto partire i lavori, la sconfitta alle urne di Mario Soldano (alla fine del suo primo mandato) aveva fatto saltare l'accordo. Da allora il capitolo si è chiuso senza che se ne aprisse uno nuovo. Almeno fino a oggi.

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