Paderno Dugnano, 24 febbraio 2012 - La tentazione c’è ed è forte. Una vertigine. E quella «cosa»: mafia. La bomba, d’acchito, potrebbe sembrare uno dei «linguaggi» tipici della criminalità organizzata. Un avvertimento nel più classico degli stili. Ma gli inquirenti ci vanno coi piedi di piombo. Sanno che in indagini come queste non bisogna lasciarsi trascinare dall’emozione. E sanno, soprattutto, che non si possono trascurare piste. L’ordigno esploso l’altra notte davanti al comando di via Buozzi, sicuramente il bersaglio, non è dei più elementari. «Ma neanche dei più complessi», sottolineano ai piani alti del Gruppo Carabinieri Monza, incaricato di risolvere il rompicapo.

L'inchiesta è partita senza pregiudizi, come sempre. E sotto la lente degli investigatori, innanzitutto, sono finite l’attività dei ghisa nel suo complesso, e anche quella dei singoli agenti. Proprio nelle pieghe dei provvedimenti in capo alla polizia locale, dalla verifica delle concessioni edilizie all’annonaria, potrebbe esserci la chiave del giallo. Nel frattempo, sangue freddo. Gli uomini del colonnello Giuseppe Spina stanno passando al setaccio tutti gli indizi raccolti sul posto, dai più piccoli, a quei particolari che spesso si rivelano preziosi quando si parte da zero.

Senza dimenticare che nell’operazione Infinito, che ha portato in carcere lo scorso dicembre boss e capibastone della ’ndrangheta lombarda, in un’intercettazione, un mafioso, capo di una locale, parlava di una bomba da «far scoppiare contro un vigile, colpevole di far troppe multe». L’ordigno di Paderno insomma potrebbe essere tutto e «niente».

Intanto, sono al vaglio le immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianza del Comune e degli esercizi commerciali che circondano la zona. Ma anche quel che resta dell’ordigno, un esplosivo artigianale, realizzato con polvere da sparo innescata da benzina. Gli inquirenti stanno cercando di mettere in fila tutti i tasselli: dalle ore precedenti lo scoppio a quel boato che quarantanove minuti dopo la mezzanotte ha fatto tremare la città, con una eco avvertita fino a Palazzolo.

A lanciare l’allarme, pochi istanti dopo il botto, sono stati gli abitanti del condominio che, al piano terra, ospita gli uffici della locale. Le dodici famiglie si sono riversate in strada, cercando di spegnere sul nascere le fiamme, hanno chiesto l’intervento di pompieri e forze dell’ordine. I carabinieri li stanno ascoltando per capire se qualcuno, anche senza rendersi conto di avere informazioni preziose, abbia notato strani movimenti.

L'autore del colpo, presumibilmente accompagnato da almeno un complice, avrebbe aspettato l’uscita dell’ultimo agente prima di innescare la bomba. Potrebbe essere rimasto in attesa, senza dare nell’occhio, nel parcheggio della posta a due passi dal bersaglio. Per seminare il panico gli è bastata una manciata di secondi: il tempo di percorrere il senso unico e lanciare l’ordigno. I danni all’edificio riguardano il portico e l’ingresso, dov’è crollato il controsoffitto. Mentre le indagini ingranano la quarta, l’Amministrazione ha organizzato per questa sera una fiaccolata di solidarietà: il corteo partirà alle 20.30 dal Palazzo municipale di piazza della Resistenza per raggiungere il comando della polizia locale.
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