Cusano Milanino, 25 gennaio 2012 - Lo chiameremo il «miracolo» dell'ex Bigatti. Sfidando la crisi un gruppo di cinquanta tra imprenditori, artigiani e volontari di Cusano e dintorni adotta il progetto dell'associazione il Sorriso e l'ex asilo del Milanino, abbandonato da quattro anni. E regala alla onlus una scuola nuova di zecca a costo zero. Valore stimato del restauro: 300mila euro. Data di consegna del villino liberty: settembre. È una maratona di solidarietà a chi offre di più: a novembre i benefattori erano cinque, oggi sfondano quota cinquanta.

«Un miracolo»: non ha altre parole Riccardo Finco, presidente dell'associazione il Sorriso, che si occupa di progetti a sostegno dei ragazzi diversamente abili, per commentare quello che sta succedendo al civico 12 di viale Buffoli. Ogni giorno, nei ritagli di tempo, decine di persone prestano servizio nelle stanze che prima furono di Napoleone Bigatti e fratello, poi accolsero tutti i bambini del Milanino e oggi si apprestano a diventare una casa del sociale per il territorio.

A dispetto dello spirito volontario, il restyling della Bigatti è fatto a regola d'arte. Quando Riccardo Finco aveva sottoscritto il contratto di affitto della struttura, firmato in Comune lo scorso novembre, si era immaginato che sarebbe bastato armare di cazzuole e pennelli i 40 volontari della sua associazione (che segue altrettanti disabili tra i 14 e i 50 anni) per una rassettata dei locali. Le stanze erano chiuse da quattro anni, infradiciate dall'umidità; i sanitari vecchi e adatti a bambini dell'asilo; gli allacciamenti di acqua e luce da rifare. Il sorriso Riccardo non lo ha perso neanche davanti a uno spettacolo così desolante. E qui entra in scena Massimiliano Spinosa, imprenditore dell'energia e capogruppo Pdl in Consiglio comunale, che decide di mobilitarsi.

L'idea nasce al bar con quattro amici, come nelle canzoni. Spinosa convince Mario Risimini, imprenditore nel settore idraulico; Davide Vecchies, che coordina il cantiere, Luciano Di Mauro e Giancarlo Masini, il progettista. Al cantiere arrivano maestranze e materiali e un esercito di braccia volontarie. Nonno Remo è solo uno dei tanti pensionati che trascorrono qui qualche ora, il weekend ci sono anche i nipoti, le mamme e i papà. A bussare al cantiere sono arrivati anche i disoccupati, artigiani vittime della crisi. Uno di loro, Federico, viene assunto apposta: il suo contratto va da lunedì a venerdì, ma lui è all'opera anche nel weekend, dalle 7 alle 19. Massimiliano scorre la lista, per ognuno ha un commento entusiasta: «Lui ci manda qualche operaio quando ha un cantiere fermo; lui ha pulito il giardino, Robert è inglese, scrostra i muri e nel frattempo impara l'italiano».

Chi non lavora sul cantiere e raccoglie fondi per il Sorriso. Grazie alle offerte oggi l'associazione ha in banca 43.500 euro. Finora però anche gli interventi più onerosi (lavori da 35-40mila euro) sono stati offerti spontaneamente. Lidia Arduino, membro del pool di sei architetti che cura il progetto, è convinta che il restauro costerà meno di 300mila euro. Sta tenendo un libro dei conti per dimostrarlo: «Se questo fosse un cantiere privato, pagato, non andremmo così veloci». I materiali originali - infissi, stucchi, parquet d'epoca - sono stati tutti recuperati, «perché il nostro è un restauro conservativo». Cusano riceverà un gioiello architettonico dei primi del '900 senza che i contribuenti spendano un centesimo.

Il Comune ci mette qualcosa di suo (la discarica è gratis), ma sui fondi pubblici di Provincia e Regione Finco e Spinosa non fanno affidamento: «All'epoca ci dissero che non c'erano risorse». Eccole, le loro risorse: i volontari. Riccardo confida di coinvolgerli ancora: a settembre la Bigatti diventerà un centro per aiutare i disabili a guadagnare la propria autonomia attraverso un Sil (servizio di inserimento lavorativo) e il presidente del Sorriso conta di chiamare i suoi benefattori per insegnare ai ragazzi un mestiere. A fianco a lui Massimiliano è impegnato al cellulare. Risponde a tutte le ore. «Fatto - dice chiudendo la telefonata - ci hanno appena regalato 40 computer». Nell'ex Bigatti il miracolo continua.

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