Cinisello Balsamo, 30 settembre 2011 - L’ha uccisa con almeno 30 fendenti su tutto il corpo, inflitti con due coltelli domestici, in un raptus che probabilmente è stato scatenato da una lite avvenuta poche ore prima. Gli indizi che pesano su Antonio Passalacqua, pregiudicato cinisellese di 35 anni, sono così pesanti che al termine di una nottata di interrogatori continui, il pubblico ministero di Monza Vincenzo Fiorillo ha disposto il fermo di polizia giudiziaria con l’accusa di omicidio.

Sarebbe lui, secondo gli inquirenti, l’efferato assassino di Veronica Giovine, la ragazza cinisellese, di 34 anni, impiegata delle farmacie comunali, trovata morta nel suo appartamento con due coltelli piantati nel ventre.
Ad incastrarlo, per il momento ci sarebbero solamente prove indiziarie. Una serie di elementi che sono ritenuti molteplici e sufficientemente chiari per decretare il caso chiuso. A cominciare dal fatto che al momento in cui gli agenti di polizia del commissariato di Cinisello hanno fatto irruzione nell’appartamento del Passalacqua –
distante solamente 10 metri da quello della sua vittima -, l’uomo aveva indosso delle scarpe ancora macchiate di sangue umano.

Sangue che sarebbe stato rinvenuto anche sulla maniglia della porta di casa. Antonio Passalacqua, pregiudicato di lunga data con problemi di droga, sarebbe privo anche di un alibi credibile per la nottata tra mercoledì e giovedì, in cui è avvenuto l’omicidio. Senza contare che alcuni testimoni hanno dichiarato di averlo visto litigare con la vittima poche ore prima della tragedia. Infine esiste un parallelo inquietante. Nell’agosto del 2010 veronica aveva chiamato i carabinieri per denunciare che in seguito ad una lite Antonio l’aveva tenuta prigioniera in casa sotto la minaccia di due coltelli.

Quasi un flashback che oggi si sarebbe concluso nel peggiore dei modi. Questa mattina all’istituto di medicina legale è prevista l’autopsia sul corpo di Veronica che potrebbe fornire già altre risposte ai dubbi degli inquirenti. Si stanno vagliando anche tutte le indicazioni fornite da discapito dall’accusato che si è dichiarato estraneo ai
fatti. I due si frequentavano dal 2008, ma nell’ultimo anno e mezzo avevano avuto vicende controverse, segnate da liti, aggressioni. proprio in seguito alle minacce ricevute nell’agosto del 2010, Veronica aveva deciso di denunciare il suo ex per comportamenti violenti e ossessivi, ottenendo un provvedimento che gli vietava di avvicinare la ragazza.

Ma negli ultimi mesi i due erano tornati ad avvicinarsi, tanto che Veronica ha firmato di suo pugno la richiesta di revoca del divieto imposto ad Antonio. Un gesto distensivo forse dettato dall’amore, o più semplicemente da quello spirito di compassione che la ragazza pareva avere verso tutte le persone più deboli – a Cinisello Veronica è ricordata perché dopo il lavoro di impiegata alle farmacie comunali si prodigava a consegnare volontariamente i farmaci agli anziani e agli invalidi -. Una sensibilità verso le persone in difficoltà che le è costata la vita.